Colpevoli di aver incendiato i macchinari, ma non di terrorismo, «perché il fatto non sussiste», tutti condanni a 3 anni e sei mesi e al pagamento di 5mila euro di multa, per gli altri reati, in particolare per la detenzione di armi da guerra e danneggiamenti seguiti da incendio. Claudio Alberto, 23 anni, Niccolò Blasi, 24 anni, Mattia Zanotti, 29 anni, Chiara Zenobi, 41, i quattro attivisti No Tav dell’area anarco-insurrezionalista, erano accusati di aver messo a segno un attentato contro il cantiere dell’Alta Velocità con «finalità di terrorismo», utilizzando molotov, bengala e bombe carta.