L’ Italia non è più una repubblica fondata sul lavoro

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La disoccupazione nel bresciano rappresenta una questione rilevante, sulla quale è doveroso fare alcune semplici riflessioni in quanto espressione di un segnale terribile dello stato di pesante disagio sociale ed economico di un territorio un tempo tra i più attivi e trainanti dell’ intera penisola. I dati esprimono in primis l’ impossibilità reale per molti giovani in cerca di occupazione di trovare lavoro, il freno di un economia ormai cronicamente stagnante che ci regala, alla resa dei conti, 142 mila disoccupati ! Questi numeri vanno letti in modo corretto, ossia togliendo dai 142 mila le persone che non hanno mai avuto un contratto di lavoro e altri soggetti che percepiscono un reddito annuo inferiore a 8 mila euro all’ anno, 4800 euro annui lordi per gli autonomi. Sia pur con tali cautelativi resta sempre un dato ineliminabile : una crescita della disoccupazione che in dodici mesi passa dai 126.896 a 142.337 in provincia di Brescia tanto che i Centri per l’ impiego accertano una percentuale di disoccupazione pari al 24% della popolazione.
Una questione complessa e semplice al tempo stesso. Perché semplice? Mi ricordo qualche anno fa, dieci, quindici anni fa credo…. gli aerei cargo che partivano solerti dall’ aeroporto di Brescia. Si stiamo parlando proprio dell’ aereoporto di Brescia Montichiari, aerei carichi di tecnologie, macchinari e chissà cos’ altro ancora. Quelli si erano dati diversi, noi non li conosciamo bene e forse nemmeno i Centri per l’ impiego, anzi di sicuro loro non si sono mai occupati di calcolarli. Non era , purtroppo, un loro compito. Ora però si devono fare altri conti con migliaia di vittime di quel grosso e capiente aereo cargo, che indisturbato, in silenzio, librandosi nel cielo di Brescia direzione sud –est- spostava le produzioni bresciane e italiane insieme verso lidi meravigliosi, dove la gente si può sfruttare senza i Centri per l’ impiego, dove uomini e donne , non esclusi bambini, lavorano dodici ore al giorno senza tutele, senza Leggi 104, senza statuti dei lavoratori, senza articoli sui giornali interessati a loro, senza nemmeno gli occhi per piangere le loro miserie.
A queste 142 mila persone bresciane e italiane non si può raccontare oggi che gli imprenditori del libero mercato sono appunto liberi di andare dove desiderano con i loro mezzi e le loro tecnologie. A loro, forse, poco interessa sapere che le delegazioni Cinesi, che vennero accolte in pompa magna a Brescia anni fa li stavano generando quei 142 mila , con l’ approvazione del nostro Governo e dei nostri imprenditori.
Mi chiedo addirittura se la nascita di quell’ aereoporto, in realtà, non rappresentò che il battesimo di questa sciagurata economia voluta da Cinesi e italiani insieme!
Dove sono finiti i profitti di quella delocalizzazione? Quanti posti di lavoro hanno generato? Prodotti si ne sono arrivati tantissimi, di scarsa qualità e appetibili anche per noi italiani, cibi a parte !
Ma in un paese come l’ Italia , dove è presente un Parlamento eletto democraticamente da cittadini liberi di pensare e di ragionare compiutamente, non è possibile giustificare in alcun modo ciò che è accaduto con quell’ aereo cargo nelle notti bresciane ( si alzava in volo di notte …), quell’ Ocean Air­li­nes spa , un azionariato com­po­sto da inve­sti­tori austriaci (Fin­rep, 80%) e ita­liani (Ital Avia­tion, 20%). Ciò che rappresenta quell’ aereo cargo lo abbiamo visto nei pregiatissimi documenti di Rai Report, perchè nei luoghi di lavoro in Cina, Pakistan, Bangladesh l’ impoverimento sociale è identico ! Da noi in Italia si chiama disoccupazione nei funerei luoghi di lavoro in oriente sfruttamento e schiavismo. Questo egoismo economico è destinato , nel tempo, a fare emergere un dato che non è fatto di cifre o di percentuali in quanto è un dato umano, non quantificabile con i potenti strumenti digitali : si chiama mancato rispetto per i Diritti Umani, calpestati da quella che il Santo Padre ha chiamato, sapientemente, economia della morte. Questa economia, e con lei i nostri governanti e imprenditori ,ha caricato su quell’ aereo anche l’ art 1 della nostra Costituzione. L’ Italia non è più una Repubblica in grado di tutelare il lavoro.

Carolina Manfredini

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