Esce in tutti gli store “Helenasya” l’ultimo libro di Pieralberto Faina

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Helenasya è un romanzo fantastorico dove l’autore ha messo insieme singolari ingredienti. Si prenda l’antica Anatolia, la Grecia, l’Egitto, la Mesopotamia e l’Italia. Si prendano antichissime città come Larsa, Qattara, Thermì, Ur e Uruk. Si prendano personaggi storici come l’affascinante Nitocris d’Egitto o Sargon I di re dell’impero accadico e la sua discendenza, da Narām-Sîn, re delle quattro parti del mondo, a suo figlio Shar Kali Sharri. Non basta, occorre anche un pizzico di trascendente, ed ecco Hestìa (dea olimpica greca) oppure l’affascinante Ishtar-Inanna, la signora del cielo, il dio Enki, signore della Terra e il terribile Anzû, il dèmone che rubò le tavole del destino degli uomini. I nomi e riferimenti storici sono innumerevoli e, tutto questo, costituisce un vasto palcoscenico fatto di uomini, regioni e città che un viaggiatore che fosse vissuto nel 2150 avanti Cristo, avrebbe potuto vedere e incontrare. Nella storia raccontata dall’autore, un pazzo mitomane, Elchijsed, diventa l’incontrastato sovrano del più forte impero del mondo; con la compiacenza di sacerdoti integralisti, dichiara le donne preda dei dèmoni e quindi impure: per lui non c’è altra soluzione che annientarle… tutte tranne una, l’eletta. L’impero si espande inghiottendo i piccoli regni limitrofi ed Helenasya, un’amazzone di origine somala rimasta a capo della difesa della sua città, Tabrea, non riesce a opporsi alla sua distruzione. Ma come avrebbe potuto contrastare efficacemente il forte nemico potendo contare solo sulle misere energie di guerrieri anziani? Ciò era accaduto perché Serocle, il re del regno di Tabrea, con una spettacolare fuga via mare aveva condotto i giovani in salvo da quell’inferno per fondare con loro una colonia lontana da quel mondo che si andava oscurando. Helenasya, per via della pelle scura, deve combattere come una leonessa per sopravvivere in un mondo divenuto misogino e razzista: finita in schiavitù alla resa della città, la sua dignità viene calpestata ma reagisce con orgoglio e intelligenza contribuendo in modo determinante alla caduta del folle tiranno.

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