Passaggio al digitale, Marinelli chiede indietro la “cresta”

0
579

Centomila persone, tra sabato e domenica, hanno visitato il villaggio digitale allestito a Piazza del Popolo per i “Mediaset days”. Due giorni che nelle intenzioni avrebbero dovuto fare da cornice al passaggio del Lazio al digitale terrestre, ma che in realtà si sono tramutati nell’ennesima, sterile, spettacolarizzazione politica, con tanto di passerella di sedicenti vip. Ciò che è certo è che da domani RaiDue e Rete4 saranno visibili solo attraverso l’apposito decoder, mentre il fatidico switch-off con cui il segnale analogico andrà definitivamente in pensione è previsto per novembre.

“Qualsiasi iniziativa che faccia vedere meno la tv è chiaramente benvenuta”, ha commentato ironicamente Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti. “Esiste una perfetta equiparazione – spiega il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – tra le droghe pesanti, soprattutto l’eroina, e la televisione. I meccanismi mentali sono uguali, tant’è che anche l’utente televisivo, inizia il consumo deteriore dicendo “vedrò soltanto i telegiornali e i programmi di approfondimento culturale”, onde poi trovarsi ad assumere senza controllo il Grande Fratello e i programmi demenziali della De Filippi fino a chiedere dosi sempre più massicce di idiozia televisiva. Fatta questa premessa generale, l’episodio del decoder è l’ulteriore deprecabile opportunità di cui la famiglia Berlusconi ha usufruito per arricchirsi in modo smodato in danno degli interessi della collettività. Tutti ricordano infatti, come Paolo, fratello di Silvio, abbia fatto la cresta in modo veramente scandaloso sul prezzo del decoder, ottenendo per ognuna delle macchinette che dovevano consentire il passaggio al digitale circa 150 euro di “stecca”. Oggi scopriamo che i decoder sono venduti a poco più di 30 euro, quindi la famiglia Berlusconi dovrebbe precipitarsi a restituire immediatamente il maltolto, anche perché lo chiede l’Unione Europea, che, come spesso avviene nell’età adolescenziale, è simile al genitore che becca il figlio studente fare la cresta sui libri di testo, solo che almeno questi ultimi servono per costruirsi un bagaglio culturale, l’unica salvezza che ha il genere umano in generale, e l’italiano nel particolare, per fuoriuscire dal processo di “idiotizzazione” televisiva. Quindi – conclude con sarcasmo Marinelli – che la casalinga di Voghera non riesca più a vedere RaiDue e Rete4, tutto sommato, è una fortuna. Una volta tanto un’iniziativa utile”.

Articolo precedenteGli scontri a Teheran
Prossimo articoloParcheggio di interscambio vuoto, il commento della Silipigni

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here