“I figli di genitori separati: pura merce di scambio e arma di ricatto” di Francesca Caricato

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Londra – Di Francesca Caricato

Non sono femminista, non sono maschilista.
Mi definisco su posizioni egualmente distanti da entrambe.

Se il femminismo ha a suo tempo portato l’attenzione su certi temi e posto dei problemi avendo alcuni meriti, dall’altro è stato esasperato ed ha portato ad abusi talmente gravi e devastanti che hanno causato moltissimi danni, più che pregi a svantaggio di entrambi i sessi.

Ha svilito e vilipeso in alcuni casi l’immagine della donna e devastato l’identità maschile. D’altronde, categorizzare (femminismo/maschilismo) è già discriminare!

Io sono per la Persona, in quanto tale, uomo o donna o bambino o bambina che sia. Purtroppo, a ben osservare la società e le sue incoerenze, le sue anomalie, le sue ingiustizie, i suoi orrori mi sembra che ciò che non funzioni abbia origine molto in fondo. Per il solito discorso che in Italia non c’è mai una misura e si tende a ultra-proteggere ciò che per dogma si è stabilito doversi proteggere, le minoranze o le debolezze, mettendo invece alla gogna quello che si ritiene per stereotipi non avere bisogno di aiuto, si verificano ingiustizie senza pari.

Non è questa la sede per dilungarsi in discorsi molto complessi e complicati che qui possono apparire generalisti, ma venendo al punto nella polemica in corso in Italia sul ruolo delle istituzioni nel diritto di famiglia e nelle leggi a favore delle sole donne, c’è da dire che le leggi devono essere per le persone, non esclusivamente in ragione dei sessi.

Il diritto di famiglia va seriamente approfondito e sistemato, perequando.

Sotto il profilo del buon senso mi sento di dire, però, alle donne di mettersi una mano sulla coscienza e di staccarsi da questa ancestrale, quanto mai radicatissima idea di voler POSSEDERE sempre e di impostare i rapporti e i sentimenti su questa base che suona biecamente e spregevolmente commerciale.

Tutto ciò che nel diritto di famiglia ha a che fare con il ruolo della donna ha carattere monetario, mentre la famiglia e i sentimenti dovrebbero avere carattere di amore, libertà, comprensione. Se ci pensate sono le donne che vogliono il matrimonio che è un mero contratto economico, le normative su separazione e divorzio statuiscono su “assegnazioni”, “mantenimenti” ecc.ecc.

Nell’affido minorile e nel business squallido delle case famiglia ci sono i soldi. E i sentimenti che sembrano puri diventano pretese al mutamento di “status”.

Ma la cosa più penosa e devastante è il ruolo dei figli, pure merce di scambio, arma di ricatto, mezzo per condizionare la vita di chi ne è ostaggio.

Mentre il figlio dovrebbe essere il più bell’atto d’amore che il mondo ti regala. E tutto perchè la donna nella testa vuole POSSEDERE, possedere tutto ciò che può, e POSSEDERE anche i figli e infatti se li tengono in casa fino a 40 anni e più, li educano il meno responsabili possibile, li viziano fino all’inverosimile per tenerseli, per non dargli la libertà, per non farli crescere. Con le finte armi della dolcezza spesso li ricattano:il mito di Medea che pur di non perderli li uccide.

E le donne italiane e il loro modo di educare dal dopoguerra ad oggi hanno serie responsabilità sulla società che ci è stata lasciata, perchè il ruolo in famiglia corrisponde al ruolo sociale.

E le donne italiane hanno paura che senza mammà il 31enne muore di fame, senza mammà non può gestirsi e si stracciano le vesti se è costretto ad emigrare da Bergamo a Milano come se partisse in guerra.

Si fingono altruiste perchè sono egoiste.

Donne, AMORE è LASCIARE LIBERI, lasciare sbagliare, lasciare vivere, lasciare crescere. Pensate con cuore aperto, lasciate uscire l’amore universale dal Vs. cuore. Voi uomini, però, dal canto Vostro ve le cercate! E spesso siete recidivi.

A volte delegate la vs. identità, a volte preferite non prendere posizione, a volte preferite non decidere o decidere comodo, perchè avete un limite di sopportazione più basso rispetto alle donne e vi infilate da soli nei casini, per pigrizia, per irresponsabilità, per vanagloria, per gioco, per stanchezza, perchè non sempre vi costruite l’identità, ma preferite che l’identità sia qualcosa che nasce rispetto alla tipologia di donna cui state accanto.

Prima bisogna essere uomini e poi stare con gli altri, non cercare chi può farci sentire tali. Perchè il primo traguardo nella vita è conquistare se stessi anche se è faticoso.

Una volta che si è si sa decidere, si sa scegliere, si è meno manipolabili, si è coerenti e non si viene fregati.

Vero, però che spesso e volentieri quando l’uomo sbaglia lo fa con più ingenuità, quando una donna sbaglia c’è più mala fede.

Però se l’uomo è guerriero combatte, ma mi sembra che nelle controversie del diritto di famiglia l’uomo si deprime, si rassegna, non ha strategia, è svuotato e allora come può fare sentire la sua voce?

Nei rapporto finiti tra le persone il passato va lasciato al passato e ciò che è da chiarire lo chiariscano i tribunali, nei rapporti coi figli gli unici soggetti di diritto sono i figli e forse sarebbe bene che i giudici medesimi lo tenessero presente.

Non parliamo di normale amministrazione, ma di BAMBINI. E’ il BAMBINO/BAMBINA che andrebbe posto al centro dell’attenzione in molti istituti del diritto di famiglia, non il bambino nel senso classico della parola, quello che nel diritto romano non è soggetto di diritto, non quello che nella grammatica tedesca è relegato al rango delle cose (anche il cane in tedesco ha un sesso der Hund, il bambino invece è neutro das Kind), ma il bambino come universo di diritti, come universo di volontà.

Troppo spesso mi sono chiesta se il bambino non sia un pacco che i giorni dispari è dalla mamma e i giorni pari da papà e a seconda di quello che altri decidono in un’età in cui non è preparato a comprendere tante cose, in periodi in cui si sta costruendo delle certezze e il suo mondo.

Mettendomi al posto del figlio credo che vorrei vedere entrambi i miei genitori senza dover soggiacere alle regole dei giorni dispari o pari, delle vacanze secondo i dettami degli adulti. A quanti bambini piacerebbe organizzarsi anche in relazione alle proprie amicizie e alle proprie esigenze che devono essere sempre sacrificate in ragione dei dettati degli adulti, mentre si potrebbero ben combinare.

A quanti bambini capita di dover fare da mediatori in un ruolo che non compete loro per chiedere l’assegno di mantenimento? Ma che mondo è?

Io penso che nei rapporti di famiglia esista la spontaneità, che un bambino deve poter vedere papà e mamma quando gli pare, che non è uno strumento di altri, ma che è soggetto di diritto.

Il bambino deve essere al centro della riforma del diritto di famiglia, per me, non le stupide rivendicazioni di adulti che non sono mai cresciuti.

Allo stesso modo, in maniera ponderata e ragione andrebbe affrontata la riforma delle adozioni che in Italia soggiacciono alla tutela giustissima dell’interesse del minore, ma che nella pratica comportano che gli orfanatrofi siano pieni zeppi di bimbi italiani che non verranno mai adottati per una serie di verifiche infinite e motivazioni burocratiche costringendo le famiglia a rivolgersi all’estero e alle donne singles di andare in Spagna a farsi inseminare.

E’ una vergogna tutta italiana che non privilegia nella pratica il bambino e preferisce lasciarlo abbandonato ad una vita senza amore.


Francesca Caricato

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4 Commenti

  1. Trovo molto interessante leggere le Sue argomentazioni, tanto che non sono riuscito a resistere al rispondere al Suo post. Come dice Lei, non basta un articolo per affrontare una materia tanto complessa e di così tante implicazioni sociali, economiche, politiche, ecc. Spero sinceramente che Lei possa proseguire nel Suo lavoro e che possa far sentire la Sua voce e la Sua posizione perché ritengo che lo meriti, benché, se ne renderà conto, per coloro che vedono ed osservano con la Sua serietà, onestà ed integrità avranno maggiori difficoltà. Spero di poter rileggere presto altri Suoi articoli relativi a questo argomento, per conoscere altri aspetti del Suo pensiero, ma soprattutto proposte, posizioni e progetti che sono sicuro saranno molto interessanti, utili e apprezzati da molti.

  2. Vi ringrazio per i commenti al mio articolo che dimostra che forse il tema riscuote un certo interesse e che forse non si parla troppo spesso delle relazioni, dei sessi e di problematiche di tipo interrelazionale in modo privo di pregiudizi, di preconcetti, stereotipato o addirittura politicamente corretto e invece ci sarebbe molto più bisogno di aprlarne veramente senza acrimonie guardandosi dentro in questo mondo che va di corsa e che coltiva le finzioni e la superficie dei rapporti, senza soffermarsi sulle emozioni e sulle volontà. E mi fa ancora più piacere il fatto che siano proprio gli uomini quelli più interessati a discuterne. Purtroppo, in due righe di commento, così come in poche righe di articolo non si possono approfondire tutte le tematiche, anche perchè ahimé il mio mestiere per ora è un altro e non ho a disposizione molto tempo. Come rileva Andrea e come ho accennato nell’articolo, spesso i rapporti si fondano su relazioni sbilanciate perchè a volte le persone non sono mature oppure non pienamente formate oppure perchè si scelgono partners, magari in virtù di esperienze passate, che più che completare e condividere in modo paritario la gioia di un progetto e le sue battute d’arresto, sappiano leccare le ferite o semplicemente rappresentare statici compromessi. L’amore non è mai una stasi, ma dinamismo, costruisce sempre perchè si nutre della voglia di stare insieme. L’amore per me si nutre di energia, di comprensione, di fiducia, di stima e rispetto reciproco che esiste quando si è sullo stesso piano. Ma forse è relativo: nei tempi antichi il nobile anziano sposava la governante giovane che lo faceva sentire importante in ragione della sua posizione. Ma per me un rapporto maturo non ha bisogno delle situazioni sbilanciate per affermarsi ed esprimersi al meglio. Quanto a Stefano: guerriero significa non arrendersi e non autocommiserarsi come fa ormai sempre più gente uomini e donne nella società odierna volta al buonismo, all’assistenzialismo, alla compassione a tutti i costi e quidni all’incapacità spesso di prendere in mano il proprio destino. Per fare un uomo amorevole e giusto, un uomo sereno e contento di sè, sicuro di essere apprezzato e amato ci vuole semplicemente un uomo che si è messo alla prova, vale anche èper la donna, che ha fatto esperienza di vita e ricerca di sè. Un uomo come ho detto conosce se stesso e non si sente uomo perchè ce lo fa sentire qualcun altro, perchè fa da pigmalione a chi ancora non ha trovato la sua via. Il cocnetto è vasto per un commento, ma qui comunque mi riferivo a problematiche di gruppi per l’affido condiviso e al fatto che a volte appare che l’uomo nelle proprie battaglie ha più difficoltà nel resistere, si rassegna più facilmente, ma forse è solo un’impressione. Più in generale il coraggio non si mostra, si coltiva ma non per gli altri ma per affrontare il vivere quotidiano si tratti di uomo o donna e la violenzae la prepotenza è semplicemente il non sapere analizzare a fondo le proprie paure.

  3. condivido con lei tutto o quasi tutto. Il senso del suo pensiero corre parallelo al mio. Come Lei avrà già capito da tempo, e lo si denota dal tono del suo articolo, purtroppo non vi sono molte persone che la pensano come Lei. La maggior parte vive di pregiudizi. Pare di vivere nel Medioevo: quanti e quanti dimostrano di avere pregiudizi, quanti criticano senza sapere o criticano per avvantaggiarsi delle situazioni !! troppe persone. Forse le persone si nascondono dietro il moralismo, ai pregiudizi e al “so tutto io” solo perchè hanno interessi e velleità di arricchimento personale. Le vere intenzioni delle parole e dei fatti stanno sempre nel lato nascosto. Quanto ad alcune sue considerazioni mi trovo però in disaccordo:
    forse anche Lei (come tutti forse alla fine) ha il pregiudizio di ritenere che l’uomo debba essere GUERRIERO e COMBATTENTE. Le cito la mitologia come ha fatto giustamente Lei che ha menzionato Medea. Eracle era figlio di una Dea; Achille era anch’egli figlio di una Dea. Gli dei … non esistono .. L’uomo è uomo, se possibile, amorevole e giusto, debole quanto basta per essere considerato comprensivo e generoso, non per essere considerato vigliacco: se l’uomo dovesse sempre e in ogni caso mostrarsi CORAGGIOSO E COMBATTENTE forse non avrebbe gli attributi morali che poi alla fine pretendiamo da lui e avremo realizzato soltanto un uomo VIOLENTO E PREPOTENTE. Se poi il suo coraggio servisse per avvantaggiare altri sarebbe uno STUPIDO … Anche su questo le donne dovrebbero riflettere un pò di più secondo me prima di idealizzare il Bronzo di Riace come padre dei propri figli.

  4. La cosa peggiore è che soprattutto le figlie (ma anche i maschi) cresciute così formano coppie già zoppe, cercando dei compagni che mantengano il vizio dato dai genitori così che perpetuino il loro delirio di onnipotenza, unico strumento per non crescere e continuare a vivere da immaturi. Con questi compagni faranno dei figli e li vizieranno perché riprodurranno ciò che hanno ricevuto come modello, che sembrerebbe “buono” ma…i problemi non tarderanno ad arrivare !Non è buono per niente mantiene e fortifica il cordone ombelicale che non alimenta l’indipendenza e l’autonomia che tra parentesi gratifica l’individuo. Il legame che dura è tra due persone adulte, quindi libere, con una propria personalità ben formata dove si crea la coppia nel piacere di condividere di creare insieme il proprio futuro, giorno per giorno godendosi minuto per minuto nella stima e nel rispetto reciproco.

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