Il terrore dello Stato islamico

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Milano – Se ne discute l’11 febbraio in una lezione a porte aperte con, tra gli altri, il vicedirettore dell’Istituto affari internazionali, Nathalie Tocci, il presidente del Comitato esperti antiterrorismo del Consiglio d’Europa, Nicola Piacente, e i giornalisti Quirico e Dabbous
Un gruppo di politologi, esperti di antiterrorismo, giornalisti e accademici: è quello che ha raccolto intorno a sé Paola Gaeta, visiting professor long term in Bocconi in diritto internazionale e docente all’Università di Ginevra, per discutere dell’emergenza terroristica internazionale legata allo Stato Islamico. L’incontro, una lezione aperta, si terrà l’11 febbraio in Bocconi (dalle ore 18 alle 20 presso l’aula N39 di piazza Sraffa 13) e fa parte di un ciclo di lezioni dedicate alle sfide e minacce globali nel diritto internazionale.
“Logica e terrore dello Stato islamico”, questo il titolo, porterà in Bocconi Nathalie Tocci, vicedirettore dell’Istituto affari internazionali, che discuterà di come nasce e di chi finanzia il Califfato (affrontando quindi lo scenario siriano dal punto di vista geopolitico), Marco Pedrazzi, ordinario di diritto internazionale alla Statale di Milano, e Nicola Piacente, procuratore aggiunto a Genova e presidente del Comitato di esperti antiterrorismo del Consiglio d’Europa, che analizzerà i profili giuridici nella lotta al terrorismo internazionale. Con loro, due giornalisti: Domenico Quirico, inviato de La Stampa, che fu il primo a denunciare la minaccia dello Stato islamico e che fu tenuto sotto sequestro per cinque mesi in Siria, e Susan Dabbous, rapita anche lei in Siria da Al-Qaeda nel 2013. Dabbous parlerà del ruolo delle donne nella jihad.
“L’università deve avere un ruolo privilegiato di riflessione e scambio culturale”, dice Paola Gaeta. “L’obiettivo di questo ciclo di incontri, che proseguirà con una lezione dedicata al tema dell’immigrazione e una alla tutela dei dati personali, è quello, per citare Cechov, di ‘fare uscire dall’astuccio’ i giuristi. Di partire dal diritto internazionale per confrontarsi su temi di grande dibattito”.
Andrea Celauro

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