Terrorismo, Coisp: rimuovere gli ostacoli alla difesa del Paese

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Non è ammissibile che l’immane lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine per garantire la sicurezza del Paese e dei suoi cittadini incontri ostacoli che possono pregiudicarne i risultati. Se ostacoli del genere esistono, procedurali o di qualsivoglia natura essi siano, e se ad esempio cinque presunti terroristi non possono finire in manette a causa di essi, le Istituzioni hanno il dovere sacrosanto di rimuoverli. Sul fronte della lotta al terrorismo, ma non solo, le Forze di Polizia italiane rappresentano un’élite di straordinario valore e, fin qui, i risultati incassati in tema di prevenzione e sicurezza lo confermano. Ma è assurdo vedere quanto spesso i ritardi, i corto circuiti, le anomalie, le incongruenze, le inadeguatezze, le inefficienze del sistema non facciano che complicare ulteriormente un lavoro titanico ed eroico, quando non addirittura vanificarlo.
Domenico Pianese, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta così la notizia relativa alla vicenda di cinque tunisini sospettati di avere legami con l’Isis a carico dei quali non è stato possibile eseguire misure cautelari personali per ragioni procedurali. L’attività del gruppo era da tempo all’attenzione della Procura di Torino che indagava per terrorismo internazionale. Investigatori e pubblici ministeri avevano raccolto elementi sufficienti da consentire alla Procura di chiedere per gli indagati misure restrittive già a maggio scorso, ma il Giudice per le indagini preliminari aveva respinto l’istanza. Pronto il ricorso al Tribunale del riesame del Piemonte da parte dei Pm che hanno ottenuto ragione e un ordine di cattura il quale, però, non è esecutivo perché gli indagati possono ancora ricorrere in Cassazione. Nelle more del lungo procedimento, tre dei cinque sospetti terroristi sono ai domiciliari con l’accusa di spaccio di droga mentre altri due sono liberi, e uno di questi, poi, era stato espulso lo scorso anno dall’Italia salvo tornare in seguito nel nostro Paese.
Di fronte a situazioni del genere insiste Pianese, che di fatto compromettono un lungo, delicato e complesso lavoro investigativo e che potenzialmente espongono la sicurezza del Paese a rischi gravissimi, non ci dovrebbero essere giustificazioni di sorta, non ci dovrebbero essere se né ma. Torna ancora una volta, prepotentemente, la questione imprescindibile di stabilire delle priorità in un sistema che non può permettersi di allargare alcuna sua maglia, ed in cui il senso del dovere, la professionalità, la meticolosità e l’eccellenza delle Forze dell’Ordine non basta. Se ci sono degli ostacoli fra il lavoro delle Forze di Polizia e i risultati che devono conseguire, allora essi devono essere spazzati via, perché c’è in ballo la vita e la sicurezza della gente.

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