Juventus, la fine dell’era Buffon tra gioie e dolori: Il calcio chiude un capitolo fondamentale della sua storia

Un pilastro del calcio abbandona la sua porta e segna la fine di una magica era

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Ieri è stata una giornata che il calcio difficilmente dimenticherà, con l’addio definitivo di Gigi Buffon, che dalla prossima stagione non difenderà più i pali della Juventus. Erano le 16:21 quando il portiere bianconero è stato sostituito da Pinsoglio per prendersi per l’ultima volta la standing ovation dell’Allianz Stadium.

Buffon ha rappresentato una vera e propria bandiera ed è davvero un grande peccato che proprio in quest’ultima stagione il portiere abbia visto sfumare il sogno Mondiale e quello Champions nel modo in cui nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Chi giudica Buffon non può farlo sulla base delle ultime polemiche che si sono rivelate più una moda che un analisi obiettiva di quella che è stata la sua carriera.

Basterebbe dire che Gigi è stato uno dei fedelissimi che ha accompagnato la Juventus in Serie B insieme a Del Piero, Nedved, Trezeguet e Camoranesi, non come uno qualunque ma come campione del Mondo, riuscendo a risalire subito in A e dopo qualche anno di assestamento a vincere ben 7 Scudetti di fila.

La Champions è stata solamente sfortuna, poiché se consideriamo le 3 finali perse contro Milan, Barcellona e Real Madrid dobbiamo anche sottolineare l’ingiusta eliminazione sempre contro i blancos quest’anno e con il Bayern Monaco. Tante varianti che se si fossero verificate in modo diverso avrebbero permesso all’ormai ex numero 1 bianconero di alzare anche la coppa dalle grandi orecchie.

Poco importa la discussa vita privata dopo la separazione con Alena Seredova e la nuova fiamma Ilaria D’Amico, poco importa delle prese in giro sul famoso “bidone dell’immondizia al posto del cuore”, poiché Buffon in questi anni ha sempre dimostrato di avere un cuore e di averlo anche abbastanza grande. Dal punto di vista sportivo non si può far altro che venerare colui che è stato un “signore del calcio” e per oltre 10 anni ha rappresentato il prototipo di portiere perfetto, quello che tutti volevano imitare, raggiungere e forse anche superare, ma fino alle 16:21 di ieri non c’è ancora riuscito nessuno e l’impressione è che ci vorrà ancora molto tempo.

Uno dei pochi sopravvissuti di quella generazione di fenomeni lascia definitivamente la porta che ha difeso per una vita. Non si sa cosa riserverà il futuro, poiché Buffon avrà certamente la libertà di scegliere di continuare a giocare, con l’opzione Psg dietro l’angolo, oppure avere un ruolo all’interno della società bianconera. Tuttavia dalla giornata di ieri nel calcio è cambiato qualcosa e si sono mossi degli equilibri che per anni sono stati una sicurezza, come lo è stato Buffon tra i pali.

Ogni sportivo ha i suoi ricordi e per ognuno sono diversi, ma tra i tanti miracoli compiuti, sento la necessità di riproporne uno in particolare legato alla carriera di Buffon. Parlo di quel miracolo contro Zidane durante la finale del Mondiale, un colpo di testa che sembra destinato ad entrare in porta, ma Buffon in quel magico anno aveva le ali e con un gesto tecnico bellissimo è riuscito a mettere il pallone in calcio d’angolo.

Sono piccoli momenti di gioia, dove impari ad amare il calcio, l’agonismo e la voglia di migliorare continuamente di giorno in giorno. Attimi di sport che non possono essere dimenticati con una sfuriata da parte di chi il cuore l’ha messo sempre al primo posto. Se si parla di Buffon si potrebbero scrivere pagine e pagine di quella che è stata la storia di un vincente a cui qualche fallito ha deciso di appellare un trofeo non vinto in quella che è stata una carriera che merita solo e semplicemente un inchino, accompagnato con un grosso applauso. Da oggi il calcio è cambiato, da oggi si chiude un ciclo, da oggi l’era Buffon è FINITA e chi dice di amare davvero questo sport non può fare altro che cogliere questa notizia come un lutto. Buona fortuna ai successori.

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