Strategie per le sindromi mielodisplastiche MDS

Convegno degli specialisti del settore

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Genova – La mielodisplasia è una patologia del sangue,che evidenzia cellule del midollo osseo non sane ma immature.

Ciò deriva da numero insufficiente di globuli rossi,globuli bianchi e piastrine sane.
Colpisce prevalentemente persone dopo i 65 anni di età e può essere in forma cronica o acuta.

Quali sono le origini di questa patologia?
Il fatto che una cellula sfugga ai “passaggi prestabiliti” e si moltiplichi con cellule alterate.
Nella persona affetta, spesso si evidenzia: anemia o neutropenia o ancora piastrinopenia ,aumentando il rischio di malattie cardiovascolari. Esiste qualche forma in individui che sono stati esposti a prodotti chimici, ad esempio piombo o benzene o a reduci di cure chemioterapiche.

In qualche caso queste forme possono evolversi in leucemia. Ma esiste uno studio in grado di prevedere una possibile evoluzione in malattia leucemica.

Esauriente e approfondita la Relazione promossa e condotta dal Dott.Enrico Balleari Dirigente Medico del Policlinico S.Martino Genova e membro della FISM.

Presenti al Convegno specialisti del settore tra i quali i Dottori: Paolo Strada, Carlo Marani, Roberto Lemoli, Emanuele Angelucci e il Prof.Matteo Della Porta del Research Hospital di Milano.

L’MDS è abbastanza frequente in ematologia e richiede un trattamento lungo e complesso per l’ impatto sulla qualità della vita.
Richiede l’assistenza di un mix coinvolgente più figure ospedaliere e non,con un adeguato percorso di cura.
E’ necessaria una impostazione terapeutica comune per gli obiettivi da raggiungere, con tappe di follow up.
Si usano come supporto terapie trasfusionali,anche a domicilio,anche se ciò esige servizi di assistenza e di accompagnamento.
L’unità delle terapie, con monitoraggio cadenzato, include anche cure palliative.

E’ di grande importanza un intervento immediato,che già il Medico di base può iniziare.

Il trattamento dei pazienti richiede un’assistenza prolungata,anche per l’invalidità che può accompagnare l’ammalato,spesso affetto da altre patologie.

L’evoluzione leucemica è limitata,facendo confluire su detto paziente più trattamenti specifici.
Ne sono impegnati ugualmente: medici di famiglia, ospedalieri e figure professionali che lavorano in sinergia, utilizzando al meglio le risorse disponibili,anche aiutate da specifiche Fondazioni come FISM.

Luisa Costa

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