Di Giacomo, 19 detenuti e 116 poliziotti con Covid-19, ma i conti non tornano

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Che l’amministrazione penitenziaria fosse affetta da un virus più pericoloso delcoronavirus ossia quello dell’incapacità appare da tempo evidente a tutti. I dati forniti sugli infetti da COVID-19 nelle carceri lo conferma. Negli istituti penitenziariitaliani risultano infetti 19 detenuti e 116 poliziotti, nessun dato ufficiale sul personale sanitario, mai conti non tornano. A dichiararlo è il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria S.PP. Aldo di Giacomo: “la situazione reale èben altra da quella fornita dall’amministrazionepenitenziaria.Ad oggi abbiamo circaquarantasanitari penitenziariinfettidaCOVID-19 e i poliziotti colpiti dal virus sono molto di più vista l’impossibilità di effettuare tamponi. Per giunta, molte direzioni continuano a far lavorare i poliziotti anche se hanno avuto contatti con persone infette, ma l’aspettopiù preoccupante è quello sui detenuti contagiati. Viene difficile credere che siano solo 19 se si considera che il personale sanitario accertato con COVID-19 supera i quaranta, vista la carenza di mascherine e di mezzi di protezioneadeguate a loro disposizioneeconsiderato che per le visite e per alcuni tipi di terapia non vi è il rispetto della distanza interpersonale. Se si considera, inoltre, la regione con più contagi ma anche più attiva sul fronte dei tamponiossia la Lombardianella quale vi sono 8800 detenuti, sono stati effettuati a oggi solo 147 tamponi. I poliziotti lavorano a contatto con i detenuti, ma per l’amministrazione non infettano nessuno”. Per Di Giacomo dobbiamo preparaci al peggio: “è necessario munire le infermerie delle carceri di farmaci utili a combattere il virus, perchéin caso di contagio ampio tra la popolazionedetenuta sarà difficile portare tutti in ospedale, oltre quello di ampliare il personale medico a disposizione perché assolutamente insufficiente .Allo stato attuale nessun provvedimento per evitare l’aggravarsi della eventuale propagazioneèstato messo in atto, anzi avere introdotto alla legge Alfano il vincolo del braccialetto elettronicoha peggiorato la stessa tenuto conto delle difficoltà che i detenuti hannonell’avere un idoneo domicilio. Così il paradosso è compiuto: chi ha il domicilio non ha il braccialetto oppure chi ha il braccialetto non ha il domicilio. Risultato:immobilismo delle operazioni necessarie per affrontare l’emergenza mentre il COVID-19 corre velocemente dentro le carceri.Nel frattempo amministrazione penitenziaria e governotacciono sulle soluzioni nascondendosi dietro numeri adir poco irrealistici.”Continua Di Giacomo: “giunge ora,12:50,lanotizia del primo detenuto morto per coronavirus a Bologna. Per informazioni 3482773389.”

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