LA SANITÀ IN CALABRIA NON È PIÙ BESTIA NERA

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Considerata per anni bestia nera, oggi con il Presidente della Regione Calabria e Commissario Roberto Occhiuto, sulla sanità si sta lavorando, finalmente in modo organico. Sul nuovo percorso intrapreso attendiamo fiduciosi i risultati. La politica deve creare i presupposti per far tornare a lavorare nella propria terra i professionisti calabresi, liberi da ogni condizionamento. La politica si occupi di politica; il medico faccia il medico e l’impresa faccia l’impresa. Bisogna sfatare il mito: il debito sanitario regionale non è stato prodotto dalla sanità privata. Questa, che conta il 5% nella nostra regione, semmai, supplisce e sostituisce l’assenza della sanità pubblica. – Agroalimentare, considerare il prodotto strettamente legato al suo territorio. Bene il progetto Calabria Straordinaria e l’attività di promozione della regione nelle fiere di settore portata avanti dall’Esecutivo Regionale.



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Sono, questi, alcuni dei passaggi dell’intervento di Giancarlo Greco, vicepresidente nazionale e presidente regionale di Unimpresa Sanità e Welfare ospite di Piazza Parlamento, il programma di approfondimento politico e di attualità dalla Capitale per LaC News24, andato in onda nei giorni scorsi.

Responsabile del Gruppo iGreco, che conta circa 1000 dipendenti tra azienda di extravergine e vino e sedi operative sanitarie, nel vis-à-vis con Alessandro Russo, direttore editoriale de LaC Network, Giancarlo Greco ha toccato diversi temi, dalla sanità all’economia.

Gratificare quelle che sono le aspettative dell’utenza sanitaria – ha aggiunto – è l’obiettivo che mi impegnerò a far raggiungere attraverso questo prestigioso incarico che consente finalmente alla Calabria di interloquire nelle sedi istituzionali nazionali.

In Calabria – ha sottolineato – la fotografia da cui partire è il debito della sanità. Si parla di un buco di cui non si riesce ad intravedere il fondo. Chi pensa che si è chiuso il pubblico per favorire il privato, pensa male. Nel 2010 con il Piano di rientro, sono state tagliate sia le strutture pubbliche che le strutture private accreditate. Oggi c’è la caccia alle streghe. Ma i privati accreditati devono lavorare in sinergia con il pubblico. Il privato accreditato nella nostra regione conta il 5%. Nelle altre regioni, come l’Emilia Romagna che rappresenta un modello, spende in proporzione una somma esageratamente più alta di quella che si spende in Calabria. Il privato deve servire per dare risposte che non riesce a dare il pubblico, come avvenuto durante la pandemia.

Prodotti locali nella ristorazione. Bisogna superare questa strana miopia ricorrente nei nostri ristoranti – ha denunciato Giancarlo Greco – e chiedere nei menù vino, extravergine e carni calabresi. Così come succede negli altri territori italiani. Solo così possiamo dare valore aggiunto all’economia dei territori.

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