750 detenuti in lista di attesa per entrare in una rems

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“Adesso che è diventata definitiva l’ennesima condanna della Corte europea dei diritti
dell’uomo contro lo Stato Italiano per aver trattenuto illecitamente in carcere per più di due
anni un cittadino italiano con problemi psichici si riaccendono i riflettori su un problema che
è prima di tutto di civiltà”. Così il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria –
S.PP. – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “la condanna della Cedu (annunciata a gennaio
scorso) è per violazione dell’articolo 3 della Convenzione che vieta trattamenti inumani e
degradanti. Questo accade mentre sono 750, secondo il Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria, i detenuti in lista d’attesa per fare ingresso in una delle trentina di Rems
(Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza,) ma molti di più quanti hanno
problemi psichici. Il tempo medio di attesa è di 304 giorni, con regioni come Sicilia, Puglia,
Calabria, Campania e Lazio in cui l’attesa arriva fino a 458 giorni. Le regioni con più detenuti
in attesa sono la Sicilia con circa 140 detenuti, la Calabria con 120 e la Campania con 100. La
percentuale più alta dei detenuti con disturbi psichiatrici soffre di nevrosi; il 30% di malattie
psichiatriche collegate all’abuso di droghe e di alcool; il 15% di psicosi. Della gravità della
situazione ne ha dato atto la stessa Corte costituzionale con la sentenza 22 del 27 gennaio
scorso con la quale, pur dichiarando inammissibili le questioni di legittimità sollevate, il cui
accoglimento avrebbe creato un intollerabile vuoto di tutela, ha esortato il legislatore a
intervenire con una riforma organica del sistema.
I problemi – dice Di Giacomo – si sono dunque aggravati per responsabilità di politica e
Parlamento che periodicamente annunciano impegni di riforma per poi disattenderli e
rinviarli ad altri. Il risultato è che il personale penitenziario è lasciato solo a fronteggiare
questa situazione e troppo spesso diventa oggetto su cui scaricare tensioni e malessere
attraverso aggressioni.
Inoltre, gli episodi di autolesionismo di detenuti con difficoltà psichiatriche sono circa dieci
ogni giorno, quattro sono le aggressioni che quotidianamente i poliziotti penitenziari
subiscono da detenuti con problemi psichiatrici e due in media sono i tentativi di suicidio
che la polizia penitenziaria riesce ad evitare. È tempo che Ministero Grazia e Giustizia e
Ministero alla Salute se ne occupino seriamente non delegando alla CEDU di occuparsene”.

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