Rio nell’Elba: Sos, salviamo la Torre del Giove

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Un appello, l’ennesimo, lanciato sui social per mobilitarsi al fine di salvare la Torre del Giove che sta inesorabilmente franando. È bastata che un riese doc, Maurizio Specos, residente in continente, ma sempre legato affettivamente al suo paese dove è nato facesse una scarpinata, si inerpicasse per lo stradello che conduce alla sommità della collina dove insiste la Torre, facesse una serie di foto che testimoniano del degrado perché immediatamente partisse la richiesta di far qualcosa, di mobilitarsi per impedire che questo monumento storico finisse in un cumulo di macerie. Non è del resto l’unico monumento di questa zona che è stato lasciato al degrado. Anche della chiesetta di San Quirico (quella che assistette alle scorribande del famoso pirata Khair-ed-Din, detto Barbarossa, nel corso delle quali rase al suolo il villaggio di Grassera nel 1534, come ricorda una lapide dietro l’altare maggiore della chiesa di Rio nell’Elba e mai più ricostruito. Ma la leggenda racconta che alcuni abitanti riuscirono a sottrarsi alle grinfie turchesche trovando rifugio proprio nella Torre che, data la sua posizione, fu inespugnabile per i pirati. E proprio Maurizio Specos posta questo commento sulla pagina Fb di ‘Rio Elba, com’eremo’: “La Torre o il Castello del Giove si sta sgretolando giorno dopo giorno. Se non si interviene in tempi relativamente brevi, una parte importante della nostra storia se ne andrà perduta. Il mio vuole essere un appello accorato all’amministrazione del Comune di Rio, oggi unificato, affinché si adoperi per trovare i finanziamenti e un progetto di restauro appropriato. Mi piacerebbe che molti riesi ed elbani tutti, si unissero a questo appello”. E i riesi hanno risposto positivamente. Ma c’è molta poca fiducia, basandosi su quanto è successo finora e che fine hanno fatto precedenti appelli. Uno di questi, sempre sui social era stato lanciato dal blog “Il Vicinato”. Però, dopo tanto rumore, non è accaduto mai niente di positivo. Ha scritto nei commenti Paolo Paoli: “Non siamo riusciti a mettere in sicurezza la fornace di Nisporto, figurarsi cercare di intervenire sulla torre del Giove. Ci vorrebbero stanziamenti milionari. Oppure almeno un sottosegretario come sindaco”. Ha aggiunto Marcello Squarci: “Basterebbe intanto iniziare a ripulirlo dalla vegetazione che lo sta avvolgendo e sgretolando, magari unendo le forze tra parco naturale, comune, proloco, anche con l’aiuto di volontari se necessario. Poi valutare un piano di recupero. È un vero peccato – conclude – che tra gli enti si è ancora preso l’impegno solo di ripulirlo. È un luogo storico, panoramico e facilmente raggiungibile da tutti”.

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