Il ministro dell’Istruzione Bianchi incontra gli assessori delle Regioni

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«Voglio arrivare a fine anno con tutte e sei le
riforme connesse al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza avviate:
l’orientamento, la riorganizzazione del sistema scolastico, gli istituti
tecnici e professionali, gli Its, il sistema di reclutamento insegnanti, la
scuola di alta formazione» ha annunciato il ministro dell’Istruzione
Patrizio Bianchi nell’incontro di stamattina, a JOB&Orienta, con quindici
assessori regionali all’Istruzione e alla Formazione e al Lavoro,
intervenuti al Salone per parlare di Pnrr e futuro sostenibile. L’evento,
promosso congiuntamente dai Ministeri dell’Istruzione e del Lavoro, Regione
del Veneto e Conferenza delle Regioni, è stato un’ulteriore occasione di
confronto fra Governo e Regioni per individuare le strategie migliori per un
utilizzo efficace delle risorse del Pnrr.

La pandemia ha evidentemente accelerato cambiamenti che erano già in corso
nella società, tanto che il futuro che intuivamo prima del Covid è già oggi.
E il domani va anticipato, con la capacità di immaginare che indirizzo dare
alla rivoluzione verde e digitale, investendo sui giovani, sulla loro
formazione e sul loro accesso al lavoro. Fra quelle in capo al Ministero
dell’Istruzione che troveranno risorse per gli investimenti nel Pnrr, la
riforma dell’orientamento è tra le più importanti. «Ci stiamo lavorando
moltissimo» ha continuato Bianchi. «Il concetto fondamentale è che dobbiamo
accompagnare i ragazzi fin dalle scuole medie: questo aiuta loro, ma anche
il Paese, perché l’orientamento non è soltanto fatto di supporto ai ragazzi,
ma anche di sollecitazione a ripensarsi per imprese, università e
istituzioni. Per noi l’orientamento è un pezzo fondamentale, e JOB&Orienta è
sicuramente il perno di questa operazione sul Pnrr».

E proprio oggi a JOB&Orienta Ilaria Cavo, assessore all’Istruzione e alla
Formazione della Regione Liguria, a nome di tutti gli assessori regionali
delle due Commissioni Istruzione e Formazione e lavoro della Conferenza
delle Regioni, ha consegnato ufficialmente al ministro la “Carta di Genova”,
documento programmatico sull’orientamento approvato all’unanimità da tutti i
colleghi a Commissioni congiunte al Salone Orientamenti nei giorni scorsi.

Soddisfatta del confronto col ministro, l’assessore all’Istruzione, alla
Formazione e al Lavoro della Regione del Veneto Elena Donazzan: «Bianchi ha
a cuore il cambiamento nella scuola. C’è bisogno di cambiamento perché è il
contesto sociale che ce lo chiede, il Pnrr è un acceleratore». Con le
risorse a disposizione, oltre 31 miliardi previsti dalla missione 4
“Istruzione e ricerca”, «dobbiamo fare in modo che l’orientamento
rappresenti un nodo cruciale in tutti i passaggi della scuola, perché un
buon orientamento in un’Italia che ha un problema di denatalità significa
anche non disperdere le risorse umane – precisa Donazzan -. E poi serve
spingere molto di più sulla riforma degli Its e sulla riforma
dell’istruzione tecnica e professionale, all’interno del sistema duale, che
è stata un po’ snaturata quando si è ridotto il numero di ore di
laboratorio». Una riforma, quella degli Its, per cui è previsto un
investimento di 1,5 miliardi di euro e che è ora in discussione al Senato
dopo l’approvazione alla Camera.

«Abbiamo bisogno di legare ancora di più istruzione, formazione e lavoro,
accompagnare le giovani generazioni per fare una scelta giusta dopo la
scuola, affinché possano poi inserirsi in tempi brevi nel mondo del lavoro»
aggiunge Alessandra Nardini, assessore della Regione Toscana e coordinatrice
della commissione Lavoro e Formazione professionale della Conferenza delle
Regioni. «Il nostro obiettivo – continua – è quello di salvaguardare
l’occupazione, ma anche di creare nuove opportunità e nuovi posti di lavoro.
Avremo un nuovo strumento che è GOL, il Programma Garanzia Occupabilità
Lavoratori: su questo abbiamo lavorato assieme al ministro Orlando e assieme
ad Anpal, affinché le Regioni potessero avere un ruolo centrale». GOL ha
recentemente visto sbloccati i primi 880 milioni dei complessivi 4,4
miliardi previsti dal programma volto a reinserire 3 milioni di persone nel
mondo del lavoro entro il 2025, di cui almeno il 75% under 30, donne,
disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, lavoratori over 55. E
con il vincolo della formazione per almeno 800mila di loro.

Politiche di formazione e politiche del lavoro integrate al meglio è,
insomma, quanto bisogna offrire ai giovani, che sono la vera risorsa del
Paese per ripartire e guardare al futuro. E la ragione, ha affermato il
ministro del lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando nel suo
videomessaggio fatto pervenire a JOB&Orienta nello stesso incontro con le
Regioni, è anche pratica: «Noi stiamo aumentando il nostro debito pubblico
per far fronte alle conseguenze della pandemia, ma questo implica che le
nuove generazioni saranno chiamate a rispondere degli impegni che noi
assumiamo oggi» riconosce il ministro. «E questo significa anche che
dobbiamo fare un patto con loro – aggiunge -, fare in modo che tutte le
risorse possibili siano orientate ad agevolare la loro emancipazione, il
loro riscatto, la loro crescita, garantendo strumenti formativi migliori e
anche legando questi strumenti a un mercato del lavoro che in parte deve
cambiare». L’orizzonte ideale, conclude il ministro, è «restituire ai
giovani un lavoro più sicuro, una condizione esistenziale che consenta loro
di guardare con più serenità al futuro».

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