Procede a passo spedito il crono-programma che vedrà realizzarsi tra Rende e Cosenza il parco inclusivo più grande d’Europa.
Inclusione sociale e transizione ecologica sono al centro della fattiva interlocuzione tra l’assessore rendese al welfare, Annamaria Artese e Maria Pia Funaro, assessore all’ambiente della città bruzia.
Il progetto inserito nella Rete Ecologica dell’Area Urbana Cosenza – Rende, prevede la realizzazione di una grande area verde che ripensi e valorizzi gli spazi all’aperto in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale.
L’area interesserà i parchi Robinson e Nicholas Green.
Gli spazi saranno riqualificati a più livelli con parcheggi riservati a persone con disabilità, oltre alla realizzazione di percorsi pedonali attrezzati, la riqualificazione e la integrazione dell’area giochi, la realizzazione di due percorsi sensoriali (odori e colori), l’ampliamento ed il ripristino dell’impianto di illuminazione, l’unione delle piste ciclabili attraverso la realizzazione di una rampa di collegamento con l’ex-ponte ferroviario.
Il collegamento tra i due Parchi Urbani, aumenterà la funzione dell’area verde inclusiva per prevenire e combattere fenomeni di esclusione sociale.
“Attraverso il miglioramento delle aree verdi esistenti si potrà determinare l’eliminazione delle aree degradate, una maggiore fruibilità degli spazi e un nuovo punto di collegamento ecosostenibile, esclusivamente pedonale e ciclabile, tra le città di Cosenza e Rende. Valorizzare i Parchi come spazi della rete ecologica urbana nei quali vivere a diretto contatto con la natura e promuovere la cultura della tutela della biodiversità e, insieme, quali luoghi di promozione e di crescita dei rapporti tra gli attori sociali, culturali ed economici, favorendo dal basso la partecipazione democratica dei cittadini significa sostenere politiche volte alla tolleranza e all’inclusione, significa sperimentare per la gestione dei Parchi Urbani modelli di gestione innovativi che prevedano la partecipazione diretta dei cittadini, delle istituzioni scolastiche, dell’associazionismo, del volontariato e delle imprese, con la partecipazione diretta della comunità” hanno affermato le assessore, sottolineando infine come: “un modello di sviluppo urbano integrato debba puntare sul sociale, sviluppare pratiche e progettazioni per l’inclusione attraverso una partecipazione condivisa e capace di creare reti tra istituzioni, terzo settore e associazioni dando vita a una serie di servizi intesi come bene comune dell’intera comunità”.