Bufera tangenti in Liguria

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Tangenti, turbativa d’asta, corruzione, truffa aggravata, associazione a delinquere: sono le ipotesi di reato che scaturiscono dalle quaranta perquisizioni condotte dai finanzieri del nucleo di polizia Tributaria di Genova presso gli uffici della Regione, della Provincia e della Camera di Commercio di Imperia e dei Comuni di Recco, Albisola Superiore, Varazze e Sanremo, nonché in alcune abitazioni private, nell’ambito delle indagini condotte dal pm della procura del capoluogo ligure Paola Calleri.
L’inchiesta segue 3 filoni: il primo riguarda le gare per l’assegnazione di decine di milioni di euro stanziati dall’Unione Europea, il secondo l’affidamento e la gestione delle mense dell’Azienda per i Servizi alla Persona “Emanuele Brignole”, il terzo il pagamento di mazzette mediante la falsa sponsorizzazione di una piccola società calcistica.
Tra i tanti esponenti politici locali coinvolti, sono stati raggiunti da avvisi di garanzia anche l’assessore all’Agricoltura della Regione Liguria Giancarlo Cassani e i consiglieri della giunta Vito Vattuone del Partito Democratico e Nicola Abbundo del Pdl.
“Indipendentemente dal lavoro che la magistratura svolgerà, è fortemente necessaria, in questa fase delicata per il paese, una spinta verso un processo di legalizzazione e moralizzazione che deve essere portata con forza all’interno della politica” Questo il commento del responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti Maurizio Ferraioli, che aggiunge: “Auspico che i cittadini elettori si informino sul proseguo delle indagini e riescano ad esprimere all’interno dell’urna un voto che sia fautore di una nuova classe dirigente, pulita, onesta ed estranea ai reati che hanno infangato il buon nome della nostra terra. Quella che esprimiamo non è volontà giustizialista in quanto non c’e’ il desiderio di mettere alla gogna nessuno, però – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – deve restare chiaro che chi sbaglia ed abusa dei propri poteri ai danni della collettività dovrà pagare in prima persona”.

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