L’onorevole Luca Sani propone una soluzione per i costi delle badanti

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Dall’Onorevole Sani riceviamo e pubblichiamo.

«Il vero problema sono i costi sostenuti dalle famiglie. In un anno 18.000 euro per stipendio, tredicesima, Tfr, contributi e spese di vitto e alloggio. La soluzione è la detrazione totale dall’imponibile Irpef dei costi per l’assistenza»

“La sanatoria di colf e badanti è un tentativo maldestro di porre rimedio agli effetti del cosiddetto “DDL Sicurezza”, che introducendo il reato di clandestinità ha messo in enorme difficoltà centinaia di migliaia di famiglie che per assistere persone non autosufficienti ricorrono al lavoro di lavoratori extracomunitari.

Il vero problema della regolarizzazione
Tuttavia, il governo Berlusconi continua pervicacemente ad ignorare il vero problema che sta alla base del fenomeno del lavoro nero per garantire l’assistenza: ovverosia i costi spesso insostenibili di un’assunzione regolare, che comporta il pagamento mensile dello stipendio, quello trimestrale dei contributi e della tredicesima, l’accantonamento del Tfr, il pagamento delle spese per vitto e alloggio. I 500 euro da pagare per accedere alla sanatoria, infatti, sono solo una prima spesa, che anticipa costi molto più onerosi per le famiglie.

I costi reali di un’assunzione regolare per l’assistenza
Questi costi elevati, sono la prima causa dell’impiego in nero per il lavoro di cura, ancora prima della farraginosità della procedura ordinaria di assunzione.
Basta fare due calcoli. Con uno stipendio medio di 900 euro mensili (11.800 euro all’anno con la tredicesima), 2.000 euro di contributi Inps, circa 800 euro di accantonamenti per il Tfr, e una media di 300 euro mensili per spese di vitto e alloggio (3600 euro all’anno), escludendo altre spese accessorie (tipo ferie non godute), una famiglia spende almeno 18.000 euro all’anno.
È evidente che questo è il vero problema da affrontare, perché l’impiego al nero è l’unico modo per le famiglie di risparmiare sui costi vivi per garantire assistenza e dignità alle persone non autosufficienti.
Fra l’altro, il recente decreto sulla regolarizzazione di colf e badanti non richiedendo un reddito minimo al datore di lavoro per l’assunzione di una badante, dimostra che si continua a ignorare questo problema.

La vera soluzione che aiuterebbe le famiglie
L’unica soluzione realistica oggi perseguibile per dare un sostegno concreto alle persone non autosufficienti e alle famiglie è quello di introdurre per decreto la detrazione totale delle spese per l’assistenza, al netto di eventuali contributi pubblici.

La natura del lavoro di cura
Con l’assunzione di una badante, infatti, si crea un nuovo posto di lavoro ed una persona fisica diventa titolare di imposta. A differenza di quanto avviene per una normale azienda, però, la prestazione del lavoratore assunto non è finalizzata alla produzione e quindi alla creazione di un utile aziendale, ma al mantenimento di condizioni di vita dignitosa di una persona non autosufficiente, con un risparmio di costi per lo Stato che vengono impropriamente assunti dalle famiglie.
Il Governo Prodi aveva introdotto la deducibilità dei contributi versati all’Inps. Ora che la dimensione del fenomeno sociale delle badanti è emersa in tutta la sua vastità e complessità, è il momento di prendere misure nette come la detrazione totale dei costi di assistenza dall’imponibile Irpef, che diano risposte efficaci in tempi rapidi alle enormi difficoltà di almeno un milione di famiglie italiane.
Per questo motivo il Partito Democratico prenderà un’iniziativa parlamentare con obiettivo di proporre una soluzione efficace di questo delicatissimo problema, mettendo il governo di fronte alle proprie responsabilità.

On. Luca Sani

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