Il seme del male

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Cimitero di Grantchester, Cambridge. L’iscrizione è nascosta dai rami uniti di un albero di biancospino e di un tasso. È quello di una donna: Rosemary Virginia Ashley. Alice Farrell, giovane pittrice in cerca di ispirazione, non sa perché è finita davanti a questa lapide. Non conosce quella donna e non sa che cosa l’abbia portata qui, sa soltanto che la lapide la mette profondamente a disagio. Una sensazione strana, simile a quella che prova quando conosce Ginny, la nuova fidanzata del suo ex, Joe. C’è qualcosa di oscuro in quella ragazza dalla bellezza eterea, con i capelli rossi e una passione per i quadri preraffaelliti che ritraggono donne uguali a lei. Che cosa si nasconde dietro quegli occhi enigmatici e inquieti? E perché Ginny di notte fa visita alla tomba di Rosemary, seppellita cinquant’anni prima, ma lungi dall’essere dimenticata? Che relazione c’è tra le due donne? La risposta forse è in un vecchio diario. Ma ormai passato e presente sono una cosa sola e Alice deve riuscire a distinguere tra sogno e follia, bugia e finzione. Perché ora quella che era solamente una sensazione sta per trasformarsi in un’orribile realtà. Una realtà di orrore e morte, sangue e vendetta, ossessione e tradimento.

“Il seme del male”, di Joanne Harris (Ed. Garzanti, trad. di Laura Grandi, pp. 344, euro 18,60).

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