“L’Incoronata”: l’ossessione di Luisa Sanfelice

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L'Incoronata_01_small (foto Francesco Testa)Londra – Dopo il successo della scorsa stagione, “L’Incoronata” torna in scena domenica 10 marzo al Teatro Don Peppe Diana di Portici con un appuntamento unico fissato alle ore 19:00 per la rassegna “Altrefollie”.

Luisa Sanfelice, Napoli, la rivoluzione del 1799 e l’ossessione sono solo quattro dei temi portanti dell’assolo teatrale scritto da Emanuele Tirelli per l’interpretazione di Mariangela D’Amora e la regia di Iolanda Salvato sulle musiche di Igor De Vita.
Sul palco arriva la figura storica di Luisa Sanfelice, donna molto parlata e poco conosciuta che riappare in compagnia di sua madre a Piazza Carità a Napoli nella notte dell’anniversario della sua morte per consumare la vendetta nei confronti di Ferdinando di Borbone. Il re, accanito contro di lei, l’ha condannata a morire rifiutandole la grazia chiesta dalla stessa famiglia reale.

Luisa si esprime in lingua napoletana e racconta un’esistenza profumata di fiducia, l’amore per il marito Andrea che la abbandonerà per debiti di gioco, le amicizie dissolte, la morte dell’unico uomo che abbia avuto cura di lei, la rivoluzione napoletana.

L’ossessione deflagra sul palco in una più ampia e dolorosa consapevolezza. Gonfia di rancore, l’anima è cieca e preda di se stessa mentre inciampa in una corda sempre più robusta, convincendosi che scioglierà tutti i suoi nodi in un colpo solo.

“Questa – commenta l’autore Emanuele Tirelli – è la storia della bellezza vinta da una solitudine numerosa e taciuta dal sorriso. Il racconto di una donna dibattuta e controversa. Di un periodo fondamentale per l’Italia, ma increspato da un regno ferino e da un ricordo sempre più sbiadito. E’ il ritratto di una necessità. Credo sia la cornice di una città meravigliosa e forte, ma anche vanitosa e, troppo spesso, capricciosa e accondiscendente”.
La regista non si preoccupa di cucire addosso alla protagonista elementi in grado di confermare o negare le accuse che furono mosse al suo personaggio.

“Con l’espressione attoriale di Mariangela D’Amora – dice la Salvato – vogliamo raccontare questa vicenda come un’autoriflessione sull’Italia, su Napoli e su alcuni moti che caratterizzano l’essere umano”.

Per info e prenotazioni 331/4251373.

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