“Latte e sangue” di Carlo Silini

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Nel secondo libro dello scrittore Carlo Silini, Latte e sangue, si ritorna alla suggestiva atmosfera della seconda metà del Seicento nei baliaggi svizzeri, già affascinante cornice del romanzo d’esordio dell’autore, Il ladro di ragazze, di cui quest’opera rappresenta un’ideale continuazione. In questa nuova storia che narra di violenza insensata e di amore viscerale, di colpe mai scontate e di innocenti capri espiatori, si assiste all’evoluzione di una trama ricca di colpi di scena e di immagini forti dai colori accesi e violenti, e dalla portata emotiva a tratti intollerabile. L’autore ci propone una vicenda che attinge dalla Storia per poi espandersi libera dai vincoli di mera cronaca, mostrando la bravura di Silini nel dipingere l’originale e complesso affresco di un’umanità spesso ingabbiata nel vizio e nella menzogna. Un’umanità resa con pennellate vigorose, dalla densa consistenza materica, che tratteggiano figure tormentate e inquiete, nella cui anima infuria una violenta lotta tra luce e oscurità. Nell’abbagliante luce dell’amore e del sacrificio permane fino alla fine la protagonista Maddalena, nonostante le dure prove che dovrà affrontare; nell’oscurità più nera e vischiosa persevera invece l’antagonista della storia, un uomo dai tratti del volto ferini, che emerge dal marciume della sua vigliaccheria stillando collera e covando una cieca vendetta. Latte e sangue è un romanzo carnale, solido e vibrante come i corpi che rappresenta: contorti nella tortura, avvinghiati in amplessi disperati, santificati nelle loro danze catartiche. Un’ardente storia che ricorda gli anni bui della superstizione e dell’Inquisizione, e che presenta un lucido e crudo racconto di un processo per stregoneria, riflettendo sull’abisso senza fondo della cattiveria umana e sulle insensate pretese di una giustizia terrena che si assurge a divina. Un romanzo che distribuisce colpe e assoluzioni, e che mostra senza filtri l’animalità di persone pronte sempre all’attacco e mai al perdono. E in ragione di tutto questo fango, il resiliente diamante di Maddalena brilla sempre più intensamente, permettendo al lettore di conoscere e amare un personaggio che mai dimenticherà, o che tornerà ogni tanto a visitare i suoi sogni, o a stuzzicare le sue fantasie diurne. Una donna bellissima, come le Vergini dei dipinti che lei ha ispirato, ed estremamente forte, come la natura che l’ha forgiata, in cui si sente davvero libera. E rimane scolpita nella memoria la sua sensuale danza nei boschi, con le braccia protese verso l’alto a descrivere archi invisibili come se volesse provare a volare; una danza che porta leggerezza anche nell’ambiente opprimente del tribunale dell’Inquisizione, e che mostra tutta la potenza della luce proprio nei momenti di massima oscurità.
TRAMA. Secolo brumoso e sanguinario, il Seicento, nelle terre tra il Ducato di Milano e i baliaggi svizzeri a sud delle Alpi. Maddalena de Buziis è l’ultima sopravvissuta di un’atroce vicenda di rapimenti, stupri e uccisioni, commessi da un oscuro personaggio dedito alle arti negromantiche fuggito da Vimercate verso le terre elvetiche: il Mago di Cantone. La vicenda è narrata nel precedente romanzo di Carlo Silini, Il ladro di ragazze. Maddalena vive ora in un villaggio discosto della Brianza e si occupa dei nonni acquisiti, molto malati. Li cura con “erbe e sguardi” perché conosce i segreti delle piante: ella è una “strega buona”. Inquieta, cerca amore e, soprattutto, la verità su sé stessa. A volte si apparta nei boschi e danza da sola, al bramito dei cervi, perché “qualsiasi cosa succeda, l’importante è ballare”. Mentre ancora cerca di riprendersi dalla sconvolgente disavventura vissuta nelle terre svizzere, qualcuno si mette sulle sue tracce per scovarla a tutti i costi. È un sicario della più feroce banda criminale del confine italo-svizzero. Il mandante è un enigmatico religioso che elabora trame inquietanti in uno spartano riparo sul Monte Generoso: l’Uomo dei Trii Böcc. Invece di scappare per sottrarsi alla cattura, Maddalena parte al contrattacco e si mette sulle tracce dei suoi persecutori. Una trama incentrata soprattutto nel territorio di Como, che si estende dai ruvidi baliaggi svizzeri a ridosso del Ducato di Milano fino a Roma, capitale degli intrighi e della cristianità.

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