Il vascello nero

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Nel 1573 in Andalusia, il famigerato Vascello Nero, la nave usata dai gesuiti per le loro missioni segrete, getta l’ancora nottetempo per far sbarcare una donna rapita in Perù. Due secoli più tardi, a Madrid, Sebastián de Fonseca è sconvolto dalla morte del padre, strangolato poco dopo aver concluso la stesura di una commedia incentrata sui leggendari tesori inca. Forse, però, non si tratta solamente di un’opera di fantasia perché i sospetti del giovane vengono confermati da Umina – una meticcia che sostiene di essere discendente di Túpac Amaru, l’ultimo imperatore inca – secondo cui la commedia s’ispira a un’antica cronaca redatta due secoli prima da un interprete di quipu, il metodo di scrittura inca basato sull’intreccio di corde e nodi. Deciso a far luce sulla vicenda, Sebastián s’imbarca per il Perù, ma la verità è sfuggente, pericolosa e soltanto trovando la città perduta di Vilcabamba il giovane potrà scoprire il segreto della sua famiglia, dei predecessori di Umina e un segreto inestricabilmente legato ai misteriosi viaggi del Vascello Nero.
* Il vascello nero * di Agustín Sánchez Vidal, (Ed. Nord, trad. di Federica Niola, pp. 502, euro 18,60).

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