La coscienza del senatore Lieberman: fra repubblicano e democratico

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“Per ragioni di coscienza non posso permettere a questo disegno di legge di raggiungere il voto finale”. Parla Joe Lieberman, senatore indipendente dello Stato del Connecticut, candidato democratico a vicepresidente a fianco di Al Gore nell’elezione del 2000. Il disegno di legge in questione è stato approvato dalla Camera recentemente e adesso deve ricevere la conferma del Senato per divenire legge.
La coscienza di Lieberman è disturbata dal fattore costo e dall’inclusione della “public option”, l’ente pubblico che eventualmente offrirebbe agli americani una scelta governativa per acquistare l’assicurazione invece di essere alla mercé delle aziende private.
Sorprende che la mancanza di sanità di quarantasette milioni di americani non disturbi la coscienza di Lieberman.
Sorprende anche che un senatore degli Stati Uniti non sia a conoscenza del rapporto del Congressional Budget Office, agenzia obiettiva del governo, che ha già annunciato che l’ente pubblico in effetti ridurrebbe il costo dell’assicurazione per gli americani.
Sorprende inoltre la coincidenza dei legami fra Lieberman e le compagnie di assicurazione delle quali lo Stato del Connecticut è ricchissimo.  Non a caso il senatore ha ricevuto ingenti contributi da queste ditte. Si calcola che  dal 2000 ad oggi Lieberman abbia ricevuto circa ottocentomila dollari in contributi da compagnie di assicurazioni.
Il senatore ha dichiarato che i contributi ricevuti non hanno nessuna influenza sui suoi voti. Sarà vero, però l’immagine di un senatore che riceve tanti quattrini e poi prende posizioni che  proteggono questi finanziatori non può che creare preoccupazioni.
Le preoccupazioni aumentano quando il record del senatore suggerisce che nel passato il fattore costo non entrasse nei suoi calcoli. Si veda per esempio il supporto del senatore per la guerra in Iraq ed Afghanistan che fino ad ora sono costate più di settecentomila miliardi di dollari. Come si sa, Lieberman è uno dei falchi più fedeli alla strategia militare per risolvere i conflitti che hanno a che fare o non con il terrorismo.
Quando si tratta però di spese pubbliche Lieberman esita. Ma non sempre. All’inizio di quest’anno il senatore del Connecticut aveva collaborato al Senato cercando di convincere alcuni membri del Partito Repubblicano a votare per lo stimolo all’economia del presidente Obama.
Lieberman sembra dunque avere due facce. Per quanto riguarda la politica estera si troverebbe benissimo con l’ala destra del Partito Repubblicano. Per quanto riguarda la politica interna si potrebbe classificare democratico anche se conservatore.
Ufficialmente Lieberman ha abbandonato il Partito Democratico vincendo il seggio al Senato come indipendente. Nell’elezione presidenziale del 2008 Lieberman aveva adirato tutti i democratici  con il suo supporto di John McCain, il candidato repubblicano. Dopo la vittoria di Obama si credeva che i privilegi di Lieberman al Senato gli sarebbero stati tolti dal Partito come punizione e relegarlo così all’anonimato.
Ciò non è avvenuto perché Obama ha insistito di non essere interessato alla “vendetta” preferendo  che Lieberman rimanesse nel caucus democratico. Così fu. Lieberman continua ad essere indipendente ma è uno dei due senatori che aiuta il Partito Democratico a raggiungere il sessantesimo voto al Senato. Numero molto importante perché in teoria permetterebbe ai democratici di sbarazzarsi del filibuster, l’opposizione ad oltranza, cioè  a dire, l’arma della minoranza per bloccare le leggi.
Cosa strana nel sistema americano che tutti credono democratico per eccellenza. Il sistema del filibuster può significare la tirannia della minoranza.
Il voto di Lieberman sarebbe dunque prezioso nel caso della riforma sanitaria. Non dovrebbe essere difficile per Lieberman appoggiare che il voto del Senato avvenga anche se lui vorrebbe votare contro. In quel caso lì, una semplice maggioranza sarebbe sufficiente. Ciò confermerebbe non solo il voto della Camera ma anche la volontà del popolo americano. Secondo un sondaggio del Washington Post il cinquantasette per cento degli americani è favorevole alla creazione della public option. La cifra arriva al  settantasei per cento se l’ente pubblico sarebbe gestito dai singoli Stati.
Lieberman si diverte usando il suo potere. Ciò include il presente ma il senatore farà anche un pensierino al futuro. Ci sono buone probabilità che nelle prossime elezioni non venga rieletto e si specula che il senatore si stia preparando per la sua futura carriera di lobbista per le aziende di assicurazioni. Se la public option sarà eventualmente approvata si potrebbe tradurre in un colpo mortale alle aziende di assicurazioni private mediante la concorrenza. Risolverebbe dunque il problema della maggior parte dei quarantasette  milioni di americani senza diritto alla sanità ma probabilmente ridurrebbe le possibilità lavorative di Lieberman.
Domenico Maceri (dmaceri@gmail.com)

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