Fra deficit e programmi socialisti

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Washington – “Ciò che ci preoccupa più di ogni altra cosa è il deficit federale”. Parla il Senatore George LeMieux, repubblicano della Florida. LeMieux voleva spiegare in tal modo il suo voto contrario per l’estensione dei benefici agli undici milioni di americani senza lavoro.
Il disegno di legge per l’estensione era già stato approvato dalla Camera ma al Senato i repubblicani sono stati capaci di bloccarlo.
Il deficit dovrebbe preoccupare ma per coloro che non riceveranno l’assegno di disoccupazione, equivalente al 50-60% del loro stipendio, preme di più come trovare la via per mantenere le loro famiglie. Oltre allo stipendio il 5 aprile scadrà l’estensione del COBRA che fornisce sussidi ai disoccupati per continuare a pagare l’assicurazione medica.
I democratici hanno promesso di riprendere il disegno di legge il 12 aprile quando la Camera ed il Senato ritorneranno in sessione. Si preparerà un clausola retroattiva per compensare quelli che non avranno ricevuto l’indispensabile beneficio.
Il deficit ai repubblicani importa quando loro non sono al potere. In tale situazione diventa cruciale. Quando era presidente George Bush ed i repubblicani controllavano ambedue le camere si sentiva poco sul deficit dalle bocche dei politici del Gop.
Quando Bush decise di iniziare la guerra in Iraq, non necessaria considerando la mancanza di armi di distruzione massiva, i repubblicani non considerarono il deficit. Nel 2003 i repubblicani approvarono un beneficio per le medicine dei nostri anziani che ingigantì il deficit e giovò poco eccetto per le aziende farmaceutiche. Spendere e creare deficit dunque non è contrario alla filosofia repubblicana.
Se il deficit reca benefici alle persone comuni invece i repubblicani gridano il contrario. Lo hanno fatto persino con la riforma sanitaria approvata di recente. Nonostante l’analisi positiva sul deficit che secondo il non-partisan Congressional Budget Office sarebbe ridotto dalla nuova legge di oltre 100 miliardi di dollari, il Gop ha votato compatto contro la riforma.
Difficile crederli dunque quando sembrano essere diventati conservatori fiscali. La realtà è diversa. I repubblicani vogliono a tutti i costi limitare le spese pubbliche, svuotando il tesoro, e poi  dire che non possiamo permetterci ciò che altri Paesi più poveri offrono ai lori cittadini.
Riducendo il ruolo del governo si risolveranno tutti i problemi, secondo il Gop. Ciò è vero anche in casi di programmi che nel corso degli anni si sono dimostrati indispensabili come il Social Security ed il Medicare. L’ala destra del Partito Repubblicano li vorrebbe eliminare. Nonostante la popolarità di questi programmi, etichettati spesso socialisti dai repubblicani, le minacce continue alla loro salvezza sono sempre in discussione.
Lo si è visto qualche sera fa nel programma di Larry King della Cnn. King chiese a Dana Loesch e Wayne Allyn Root, due leader del Tea Party, se vorrebbero abrogare il Social Security. Ambedue hanno risposto di sì.
Ma anche i repubblicani moderati cercano spesso di eroderli. Lo fanno in parte dicendo che sono troppo cari e aggiungeranno al deficit.  La soluzione è sempre la stessa, la privatizzazione. Lo rivela naturalmente il tentativo di George Bush, figlio, di cercare di privatizzarlo. Non vi riuscì. Ma se ci fosse riuscito, avrebbe consegnato gli americani a Wall Street dove dovrebbero investire i loro risparmi e  se ci sarebbero guadagni usarli eventualmente nella vecchiaia. Ma tutti sappiamo come va la borsa. Troppo rischiosa.
Ma anche i politici moderati repubblicani in circolazione hanno ogni intenzione di eliminare questi programmi divenuti indispensabili per gli americani.  Il parlamentare repubblicano Paul Ryan, considerato un “cervello” dell’ideologia del Gop, vorrebbe convertire il Social Security e il Medicare in un sistema di voucher, buoni che ognuno potrebbe usare come vuole.
L’ideologia repubblicana del ruolo del governo l’aveva incapsulata molto bene Ronald Reagan. Nel suo discorso di inaugurazione del 1981 Reagan disse che “il governo non era la soluzione” dato che non forniva risposte ai problemi. Ciò include il il Social Security e il Medicare perché sono programmi socialisti? E se sono programmi socialisti perché il Gop non lo dice chiaramente che li vuole abolire? Se i repubblicani non vogliono abolire questi programmi “socialisti” vuol dire che anche loro sono socialisti? Sono domande logiche che gli elettori dovrebbero porre ai candidati repubblicani alle prossime elezioni.
Domenico Maceri

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