I sindacati in Usa: sempre meno potenti

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La vittoria repubblicana nelle elezioni di midterm del novembre scorso e la
conquista della Camera dei rappresentanti non è stata totale. I democratici
non solo hanno mantenuto la maggioranza al Senato ma alcuni Stati come New
York e la California hanno scelto leader democratici. Nel caso della
California, lo stato-nazione nella costa del pacifico, le maggiori cariche
del governo sono andate ai democratici. A cominciare da Jerry Brown, nuovo
governatore, e continuando poi con il vicegovernatore, procuratore generale,
eccetera. Inoltre i democratici continuano ad avere la maggioranza in
ambedue le camere statali.
Queste vittorie democratiche nel Golden State sono avvenute in parte
mediante i contributi dei sindacati i quali hanno speso 30 milioni di
dollari per eleggere candidati del centrosinistra. Oltre al fattore
economico i sindacati hanno condotto una campagna a livello dei loro soci
incoraggiandoli a votare per candidati democratici.
Le vittorie dei democratici dovrebbero tradursi in programmi favorevoli per
i lavoratori rappresentati dai sindacati ma in realtà dovranno lottare per
non perdere terreno durante questa crisi economica. Il bilancio statale
della California prevede un deficit di 25 miliardi di dollari che il
neoeletto governatore vuole colmare mediante tagli ma anche con l¹estensione
di alcune tasse.  Né i tagli né le tasse sono ³medicine dolci². I tagli si
aggiungono a quelli già effettuati da Arnold Schwarzenegger, ex governatore,
e l¹estensione delle tasse ha un lungo cammino da fare.
Brown ha promesso durante la sua campagna elettorale che non aumenterebbe le
tasse senza l¹approvazione dei cittadini. Il suo piano è di chiedere alla
legislatura di dare la porta aperta al referendum che gli elettori
dovrebbero poi approvare ultimamente. Nessuno dei due passi è assicurato.
Nonostante la loro maggioranza alle due camere i democratici hanno bisogno
di alcuni voti repubblicani per raggiungere il due terzi necessario. Incerto
è anche il susseguente esito alle urne anche se alcuni sondaggi suggeriscono
che l¹estensione degli aumenti alle tasse otterrebbe una maggioranza di
consensi.
Tagli molto più seri sarebbero effettuati se le tasse non dovessero essere
approvate. Ecco la minaccia del nuovo governatore.
In effetti, nonostante le vittorie dei democratici nel Golden State, i
repubblicani continuano a esercitare una forte influenza a frenare gli
aumenti delle tasse che ridistribuirebbero in  lieve misura le risorse
finanziarie dagli abbienti alle classi più basse.
I sindacati e le loro pensioni sono i bersagli principali dei repubblicani
che li considerano insostenibili. Troppo generose queste pensioni secondo i
repubblicani. Newt Gingrich, ex presidente della Camera, ha persino
suggerito che gli Stati dovrebbero dichiarare bancarotta per abrogare questi
contratti con i sindacati.
La retorica repubblicana ha convinto non pochi californiani ed anche
americani che gli impiegati statali ricevono troppi benefici in comparazione
a quelli che lavorano per le aziende private. Non pochi studi però hanno
rilevato che se si considera la preparazione accademica degli impiegati del
governo la differenza sfuma.
La differenza è che mentre le aziende private spesso possono andare a
bancarotta e quindi non pagare le pensioni ai loro lavoratori, gli Stati ed
il governo non hanno preso quella strada.
I sindacati sono in un certo senso colpevoli di non avere sottolineato nelle
loro campagne che i benefici dei loro soci non solamente  non permettono di
vivere in modo opulento ma che bisognerebbe aumentare anche quelli dei
cittadini che non sono membri dei sindacati. L¹idea sarebbe di migliorare la
vita economica di tutti i lavoratori.
In un certo senso i sindacati lo fanno ma indirettamente ed in modo che
molti non se ne accorgono. Il concetto della settimana lavorativa di
quaranta ore, per esempio, esiste per le pressioni dei sindacati che è
eventualmente stato accordato a tutti. Inoltre, se una azienda è costretta
ad aumentare gli stipendi dei suoi impiegati membri del sindacato, ciò mette
pressione anche a quelle aziende i cui lavoratori non sono rappresentati da
sindacati a fare lo stesso.
Ma il potere dei sindacati negli Stati Uniti continua a diminuire. Nel 2009
solo il 12,3 percento dei lavoratori americani faceva parte di un sindacato.
Nel 2010 la cifra è scesa all¹11,9 percento.
La riduzione del potere dei sindacati è dovuta in parte al fatto che i
lavoratori non vedono la necessità dei sindacati. La retorica della destra è
riuscita a dipingere i sindacati come parte del problema della crisi
economica. Quando i membri dei sindacati sono attaccati tutti i lavoratori e
le classi meno abbienti soffriranno le conseguenze.
 
Domenico Maceri
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