«Mutui pesanti, vendiamo villa Caproni»

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Le piante nel parco, le sculture di Franco Adami, il jazz di Riccardo Arrighini che rivisita le note del padrone di casa, le ragazze dei laboratori di danza, appassionati e curiosi a girovagare tra Belvedere e Gran teatro “Giacomo Puccini”. Si replica oggi, a partire dalle 11 (attenzione: il viale Puccini è chiuso dalle 15,45 e bisogna passare da via Cavour) con l’anteprima del cartellone del 55º Festival pucciniano che viene presentato alle 18 e l’aperitivo a ritmo di tango (alle 19) con il concerto dell “Ensemble Progetto Piazzolla”.
Compie un anno il teatro in blu sulle rive del Massaciuccoli e il presidente della Fondazione Festival Pucciniano, Massimiliano Simoni si guarda intorno tra soddisfazione e ansia per i conti. «Tra botteghino e sponsor potremmo tranquillamente vivere di vita propria. Se non dovessimo preoccuparci delle spese che abbiamo solo per i mutui contratti». Simoni snocciola le cifre: «Non c’è nessun accordo scritto, ma la Fondazione Monte dei Paschi si è impegnata, con la precedente gestione, a sostenere il mutuo per la costruzione del teatro con 800mila euro. Mi dicono di stare tranquillo, ma non lo sono: se la cifra non fosse disponibile, 800mila euro la Fondazione da dove li tira fuori? E ancora: il Comune di Viareggio ci deve 2 milioni di euro solo dal pregresso. Questo ritardo, sommato agli altri, ci costa circa 130-140mila euro di scoperto di conto». E, ancora: «Per l’acquisto di villa Caproni è stato sostenuto un mutuo da 1 milione e 100mila euro. Ora la struttura è inutilizzabile e di mettere mano al recupero non se ne parla nemmeno».
Presidente, nei mesi scorsi aveva già fatto discutere con la proposta di realizzare appartamenti nelle vecchie biglietterie. Non è che il “pianto” è finalizzato ad avere mano libera per questo genere di progetti?
«Questo non è un “pianto”: è la constatazione della realtà. E, allora io dico “caro Comune, qui servono interventi straordinari”. Che possono essere gli appartamenti nelle ex biglietterie, con la stessa volumetria e la stessa altezza, da realizzare mediante asta pubblica».
In questa prospettiva, che fare di villa Caproni?
«Io propongo di venderla. Perché vi si possano realizzare due o tre appartamenti».
Insomma, c’è da immaginare un futuro del teatro e delle sue attività affidato anche a denaro privato…
«Io nel ruolo pubblico in campo culturale credo. Non parlo di contributi a pioggia, certo, ma di scelta – anche da parte della Regione – dell’offerta di eccellenza. Certo, così facendo, gli enti pubblici devono inevitabilmente tagliare sulla “clientela” che propone questo e quello».
Il ruolo del privato, allora, quale può essere?
«Si potrebbe arrivare a lavorare con un privato che avesse voglia di dare un taglio culturale a ciò che fa o al prodotto che propone…Certo, si parla di grandi nomi delle grandi multinazionali…Per restare con i piedi per terra, al momento stiamo valutando una proposta da un privato per recupero e gestione del club nautico».
Isola di Folon, Parco della musica, l’auditorium con centro congressi: quale di questi progetti legati al teatro è pensabile di vedere realizzati in tempi brevi?
«Sicuramente l’auditorium, se la Fondazione Monte dei Paschi onora l’impegno e se il Comune ci dà quanto ci deve per il 2008. Nonostante le difficoltà non ci siamo fermati: stiamo realizzando il parco con la piantumazione e completando i nuovi uffici. Se tutto va come deve, potremo lanciare l’auditorium sul mercato del congressuale per il 2010».

DONATELLA FRANCESCONI, da “Il Tirreno” di Livorno

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