Epatite C e tatuaggi: l’informazione passa da Instagram. 2.300 contatti in un mese per la prima campagna digital promossa da EpaC Onlus

“Progetto Tattoo”, realizzato da EpaC Onlus con il patrocinio dell’Associazionetatuatori.it, ha ampiamente raggiunto i suoi obiettivi, lo confermano i numeri presentati dall’Associazione: in un mese di progetto pilota ricevuti quasi 1.000 commenti, con circa 2.300 interazioni – 70 al giorno – e un incremento di followers del 147%

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Il messaggio giusto, al momento giusto, ovvero l’estate, quando i tatuaggi sono in bella mostra, attraverso il canale giusto, il social medium ‘visivo’ per eccellenza: è l’intuizione di EpaC Onlus alla base dell’iniziativa Progetto Tattoo, per informare e sensibilizzare tatuatori e persone appassionate di tattoo e piercing sulla prevenzione dell’epatite C.

Il progetto pilota, realizzato dall’Associazione pazienti tra giugno e luglio 2018, con il Patrocinio e la consulenza dell’Associazionetatuatori.it, si è basato sull’interazione, attraverso un utente virtuale, con commenti alle foto postate su Instagram dai tattoo artist e dai loro clienti. Una modalità di comunicazione innovativa, in ambito salute, per trasmettere a un preciso target di popolazione informazioni sull’epatite C ed educazione alla prevenzione, che passa dall’applicazione di buone regole igienico-sanitarie che possono evitare il rischio di infezione.

I risultati dell’iniziativa ne rispecchiano il successo e l’efficacia: nessuna reazione negativa ai messaggi della campagna, 944 commenti ricevuti, tra le 50 e le 70 interazioni al giorno, per un totale di 2.345 interazioni; +147% è stato l’incremento dei followers di EpaC Onlus in un solo mese, da 422 a 1.044.

«La comunicazione è cambiata radicalmente ed è necessario trovare la strada giusta per arrivare a determinati gruppi di popolazione – afferma Massimiliano Conforti, Vice Presidente di EpaC Onlus, Responsabile Sede Operativa EpaC Onlus di Roma educazione, prevenzione e ricerca sull’epatite C – oggi la maggior parte delle persone dedica poco tempo alla lettura tradizionale e dal momento che i tatuaggi e i piercing effettuati in ambienti non autorizzati a tali procedure possono rappresentare un problema per la salute a causa del rischio contagio per l’epatite C, e non solo, abbiamo voluto sperimentare un modo diverso per informare correttamente tutte quelle persone che amano sottoporsi a queste pratiche.
Lo scopo della campagna è stato prima di tutto quello di non sconsigliare o allarmare eccessivamente ma di far capire che i tatuaggi bisogna effettuarli presso tatuatori e ambienti autorizzati, che mettono in atto idonee norme igieniche e di sicurezza a salvaguardia della salute. Consideriamo i risultati ottenuti un grande successo».

La campagna d’informazione digital è stata condotta dal 25 giugno al 27 luglio 2018 nell’area della Lombardia. L’utente virtuale è stato impostato per riconoscere un’ampia gamma di hashtag connessi ai tatuaggi e per rispondere con commenti divertenti e amichevoli all’utente che postava la foto, indirizzandolo a visitare il profilo di EpaC Onlus e approfondire le informazioni attraverso brevi video-infografiche animate su tre tematiche: cos’è l’epatite C; come si trasmette e quali sono i comportamenti a rischio infezione, con particolare riferimento agli strumenti per tatuare che devono essere sterili e monouso; le prospettive di guarigione grazie alle terapie innovative.

L’attività di social intelligence ha permesso di individuare e coinvolgere il target su Instagram in modo preciso e rilevante: l’assenza di commenti negativi sui quasi 1.000 ricevuti lo dimostra.
Contestualmente alla campagna su Instagram, le tre video-infografiche sono state pubblicate e promosse anche sulla pagina Facebook di EpaC Onlus, per un totale di 100.181 visualizzazioni.
Il Progetto Tattoo ha raggiunto dunque i suoi obiettivi: entrare in contatto con i tatuatori e i loro clienti, creare consapevolezza sul rischio di contagio dell’epatite C in determinati contesti e situazioni a rischio. Dato il grande successo dell’iniziativa, è allo studio la possibilità di replicare l’iniziativa su più larga scala.
La realizzazione del progetto è stata possibile grazie al contributo incondizionato di MSD.

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