Caso Ruby. Era ora: Quirinale e Vescovi: “Fare chiarezza”

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Sono passati alcuni giorni e finalmente il Quirinale ed i Vescovi, tramite il giornale Avvenire, dicono la loro.

Il presidente della Repubblica in una nota ufficiale, che smentisce che sia avvenuta una telefonata tra Silvio Berlusconi e il Quirinale, si dice “ben consapevole del turbamento dell’opinione pubblica dinanzi alla contestazione di gravi ipotesi di reato, e dinanzi alla divulgazione di numerosi elementi riferiti ai relativi atti d’indagine e che senza interferire nelle valutazioni e nelle scelte politiche che possano essere compiute dal presidente del Consiglio, dal governo e dalle forze parlamentari, è auspicabileche nelle previste sedi giudiziarie si proceda al più presto ad una compiuta verifica delle risultanze investigative”.

Il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, è intervienuto sul caso Ruby. Il direttore Marco Tarquinio sostiene che “anche solo l’idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge”.

“In questi anni questo giornale – ha scritto Tarquinio – ha ripetutamente ricordato a tutti – premier in primo luogo – che per servire degnamente nella sfera pubblica bisogna sapersi dare, e tener cara, una misura di sobrietà e di rispetto per se stessi, per ogni altro e per il ruolo che si ricopre”. Tarquinio richiama le parole pronunciate a settembre dal cardinal Bagnasco: “In qualunque campo, quando si ricoprono incarichi di visibilità, il contegno è indivisibile dal ruolo”.
“A noi italiani, a tutti noi, – ha concluso Tarquinio – comunque la pensiamo e comunque votiamo, è dovuto almeno questo: un’uscita rapida da questo irrespirabile polverone. E ognuno deve fare per intero la propria parte perché questo avvenga con tutta l’indispensabile pulizia agli occhi dell’Italia e del mondo”.

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