Essere cittadini consapevoli e partecipi della vita della Repubblica

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Dove sta la verità? Chi è in grado di dirci quale sia la verità dei fatti cui assistiamo in questi ultimi giorni? Chi ha in mano le chiavi che aprono la porta al mistero e ci rende consapevoli di quanto avviene? Partecipi della Storia che stiamo vivendo. L’impressione che se ne ricava ascoltando le opinioni, vedendo i fatti che si susseguono a velocità accellerata è che ognuno dei protagonisti ha la “propria” verità. Ogni persona ha la sua giaculatoria che mira all’assoluzione delle proprie colpe di fronte all’areopago, di fronte al forum dei cittadini. Ma se tutti hanno le loro opinioni, chi è che ha la ragione in termini assoluti? Questo non è dato sapere ed è il primo connotato che s’impone in queste vicende: hanno ragione i giudici nel ritenere che di fronte alla giustizia ogni cittadino è uguale; hanno ragione i governanti nell’affermare che da qualche tempo c’è un “accanimento” mediatico nei confronti del potere esecutivo come se si perseguisse l’obiettivo di destabilizzare una delle colonne su cui si poggia il sistema repubblicano del nostro Paese. Hanno ragione i giornalisti maggiormente seguiti dalla nazione quando affermano che la politica si deve basare sui valori, sull’eticità, sulla giustizia del cittadinio e che nessuno si debba ritenere al di sopra le parti. Hanno ragione quando dicono che la classe dirigente che attualmente governa il Paese è corrotta; ma è il Paese che ha generato il “mostro”. Come si fa a uscire da un simile impasse? Bastrebbe che ci sia un ravvedimento di quanto è accaduto; basterebbe rendersi conto del malessere e che ci sia anche la volontà di volerne uscire. Solo rendendosi conto del baratro in cui siamo precipitati, che nasce la voglia e il desiderio di risalire la china che ci ha fatto precipitare. Ma occore anche un gesto di buona volontà. Un gesto di riconoscimento delle proprie infermità; un riconoscimento e un pentimento di quanto è avvenuto. E’ quanto non è avvenuto.
Ma c’è una seconda circostanza che vorrei sottolineare. E’ da mesi che il nostro Paese ha la sua classe dirigente occupata in atti difensivi in case che figurano intestate a parenti; in festini consumati in villa con minorenni. Dichiaratamente assistiamo a collissioni tremende del nostro sistema e di alcuni apparati dello Stato. Fra la stessa maggioranza; fra gli stessi poteri dello Stato (esecutivo e magistratura). Un braccio di ferro estenanute che tiene occupati i protagonisti maggiori che dovrebbero promuovere le riforme dello Stato. Ma allora se il gioverno è in stallo, chi ha le redino dello Stato? L’impressione che si ricava è che dietro a tutto questo ci sia un potere “nascosto”, che presiede al tutto. La macchina va avanti.., nonostante l’impasse impresso dalle note vicende. Chi sta dietro a Berlusconi? Leggevo un commento di un giornalista straniero che ha avvicinato il nostro premier. E’ un uomo di immagine, un uomo telegenetico, che riesce a “bucare” lo schermo e che sul potere mediatico ha basato i suoi consensi. Penso che sia una tesi da non buttare via e che un fondo di verità ci sia; chi -mi domando- si metterebbe nelle mani di una persona che non ha ancora risolto il problema di relazionarsi con le donne e che per averle ha bisogno di pagarle profumatamente? Ci si potrebbe fidare? Chi è pronto a mettere nelle sue mani un qualsiasi progetto? Cosa c’è dietro a quello che appare evidente? Ciò che viene messo nel tritacarne dei mass media è quello che si vuole far conoscere alla gente, al pubblico. Ma dietro le quinte, chi c’è? Come chi c’è dietro alla guerra civile che è esplosa nel Maghreb africano e che ora si è spostato il Egitto?

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