Referendum, quorum raggiunto: affluenza al 55,7%. Il Pd: “Berlusconi si dimetta”

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Ha votato oltre il 55,7% dei 47 milioni di italiani chiamati alle urne per esperimersi su quattro referendum. Il quorum per una consultazione referendaria non veniva raggiunto da 16 anni.

Vittoria schiacciante dei Sì, che sono maggioranza non solo tra i votanti, ma tra tutti gli aventi diritto.

A Roma i comitati referendari festeggiano in piazza. “Questa – dicono – è una vittoria del popolo”. E i siti stranieri titolano “Berlusconi sconfitto”.

I RISULTATI DEI QUATTRO QUESITI

I quesito – Privatizzazione dei servizi pubblici locali: 95,57% Sì – 4,43% No

II quesito – Determinazione della tariffa del servizio idrico: 96,03% Sì – 3,97 No

III quesito – Produzione di energia elettrica  nucleare: 94,37% Sì – 5,63% No

IV quesito – Legittimo impedimento: 94,86% Sì – 5,14% No

(fonte: Ministero dell’Interno)

LE REAZIONI DEL MONDO POLITICO

Per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani questo “è stato un referendum sul divorzio, un divorzio tra il governo e il paese”. Secondo il leader democratico “questa eccezionale partecipazione ha detto che il governo è su una strada diversa da quella su cui viaggia il paese. Il governo vive in un altro emisfero”. Per questo Bersani chiede che Berlusconi “si dimetta e apra una fase politica nuova”.

Anche per il vicepresidente di Fli Italo Bocchino “il risultato dei referendum parla chiaro e rappresenta una ulteriore e sonora bocciatura di Berlusconi” di fronte alla quale il governo dovrebbe dare ”dimissioni utili a chiarire il quadro politico”. Anche per Fabio Granata ”il Pdl e Berlusconi sono definitivamente al tramonto e per la destra repubblicana e costituzionale si apre un grande spazio politico”.

Ma per il ministro della Difesa Ignazio La Russa il fatto che il quorum sia stato raggiunto “è l’assoluta normalità e non ha alcuna incidenza sulle politiche del governo”. E anche secondo il portavoce del Pdl Daniele Capezzone spiega che “gli italiani hanno votato su alcune precise questioni, e non erano certo chiamati a pronunciarsi pro o contro il governo. Chiunque brandisca questo esito referendario come un verdetto favorevole o contrario all’uno o all’altro schieramento politico fa un torto agli elettori, li inganna, e pretende di abusare delle loro decisioni”.

La Lega è “stanca di prendere sberle”. Per il ministro dell’Interno Roberto Maroni “qualcosa deve cambiare, altrimenti si va a votare”. E il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli aggiunge: “Domenica andremo a Pontida per dire quello che Berlusconi dovrà portare in Aula il 22 giugno, visto che vorremmo evitare che, in quanto a sberle, si concretizzi il proverbio per cui non c’è il due senza il tre”.

Secondo il leader dell’Idv Antonio Di Pietro il risultato dei referendum dimostra che esiste un “paese vivo che crede nella Costituzione e che nei momenti democratici importanti vuole fare sentire la sua voce”. Tuttavia, specifica Di Pietro, “non è un referendum che serve a dare una spallata. La spallata si dà spiegando ciò che si vuole fare che non criticando ciò che non hanno fatto quelli del centrodestra”. “Invece di fare a gara per mettere il cappello sull’esito di questo referendum – ha concluso Di Pietro – lavoriamo a costruire una alternativa credibile”.

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