Brexit: l’Ue chiude ai negoziati. May insiste: trattiamo

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Il clamoroso “No” – con una nota di esasperazione dall’Unione europea – non ha sorpreso nessuno, nell’ultimo capitolo della saga della Brexit britannica.

L’offerta tardiva da parte dei legislatori del Regno Unito di negoziare modifiche agli accordi con le frontiere irlandesi nell’ambito dell’accordo di uscita non è stata ben accolta.

Dal presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker è arrivata una risposta netta:

“L’accordo di revoca rimane il migliore e il solo accordo possibile – ha detto – l’Unione europea lo ha annunciato a novembre (2018), lo abbiamo ripetuto a dicembre e l’accordo di ritiro non sarà rinegoziato”.

Non meno chiaro il capo negoziatore per l’Ue, Michel Barnier: “Francamente – sono state le sue parole – nessuno da entrambe le parti è in grado di dire con precisione, in modo chiaro, quale sarebbe la natura di questi accordi alternativi, se sarebbero realizzabili ed effettivamente raggiungere gli obiettivi del backstop”.

Dalla Ue sono partite anche critiche poco velate ai parlamentari britannici, incapaci – secondo le autorità europee – di produrre un accordo trasversale su Brexit.

Anche il presidente del Consiglio dell’Unione europea, Donald Tusk, interviene con forya: prima da twitter: “Il mio messaggio a PM @theresa_may: la posizione dell’UE è chiara e coerente. L’accordo di revoca non è aperto per la rinegoziazione. Ieri abbiamo scoperto cosa non vuole il Regno Unito. Ma non sappiamo ancora cosa voglia il Regno Unito”.

Si parla anche di una telefonata molto “schietta” con il primo ministro Theresa May, ed alcune fonti vicine a Tusk avrebbero sottolineato il cattivo umore del presidente a tal proposito.

Dal punto di vista di May

Ma dal punto di vista di May le cose sono diverse: il Parlamento le ha dato un chiaro mandato a cercare modifiche giuridicamente vincolanti per il sostegno irlandese e lei andrà a Bruxelles con questo obiettivo.

Un confronto che da parte britannica viaggia su due fronti: quello esterno, verso l’Ue, e quello interno.

Sul fronte interno

Sul fronte interno ecco Jeremy Corbyn: c’è stato infatti anche un incontro a lungo atteso della May con il leader laburista, molto critico nei confronti della strategia Brexit.

“Ha ascoltato – ha detto Corbyn – ho ascoltato le sue risposte, naturalmente, e poi abbiamo discusso varie questioni relative ai problemi del backstop di cui parlerà con l’UE, e ho sottolineato che questa sarebbe la prima volta nella storia britannica in cui abbiamo stipulato un accordo di trattato con chiunque altro in cui non ci fosse il diritto di andarsene “.

Resta il nodo: Irlanda del Nord

Il problema del confine irlandese aperto dopo la Brexit ha dominato i colloqui per quasi due anni. May insiste su ancora possibili soluzioni. I leader dell’UE saranno disposti ad ascoltare?

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