Cile: la Grande Marcia contro le diseguaglianze

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La “grande marcia” cilena investe il centro di Santiago. Oltre 1 milione di persone, mai così tante nella storia del Paese di 17 milioni di abitanti, sono scese in piazza per l’ottavo giorno di proteste contro le politiche del governo di Sebastian Pinera.

Il presidente ha quasi subito revocato l’aumento del biglietto della metro, annunciando una ‘Agenda sociale’ per riformare pensioni e salario minimo.

“Sono orgoglioso che tutti abbiano finalmente capito che le persone che ci governano hanno imposto un monopolio – dice Franco Ramos, un giovane manifestante – e che non c’è giustizia per le persone da nessuna parte”.

“È davvero commovente, ti fa esaltare, spaventare, dispiacere – spiega un’altra maniffestante, Carolina Cisterna – Tutte le tue emozioni sono mescolate perché questo non era mai successo prima. Ora finalmente è accaduto e spero che otterremo qualcosa di buono per tutti. Lottiamo tutti per la stessa cosa”.

Ad innescare le proteste erano stati gli aumenti del trasporto pubblico. Negli scontri con le forze dell’ordine 17 persone sono morte e a centinaia sono rimasti feriti. Oltre 7.000 gli arresti mentre sono stati stimati 1,4 miliardi di dollari di danni per l’economia cilena. Per ripristinare l’ordine a Santiago, città dove vivono 6 milioni di persone e dove è stato dichiarato lo stato di emergenza con coprifuoco notturno, sono intervenuti i militari.

 

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