Ad Hong Kong le proteste diventano dei tatuaggi

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Ad Hong Kong le proteste, a favore della democrazia, passano anche attraverso i tatuaggi. C’è chi sceglie l’ombrello, il simbolo della rivolta, chi un fiore, o un occhio sanguinante. Sono alcuni dei tattoo usati per esprimere solidarietà nei confronti dei manifestanti che da mesi agitano le piazze dell’ex colonia britannica contro le ingerenze sempre più forti di Pechino.

Mike Chan, lavora come tatuatore da anni, ma mai come in questo momento, ha l’agenda degli appuntamenti stracolma: “Faccio questi tattoo gratis perché penso che anche questo faccia parte della resistenza. Sono stato anch’io in piazza a manifestare. Ho visto persone, cittadini che si aiutano a vicenda. Penso che questa storia dei tatoo sia come distribuire bottiglie d’acqua gratis durante i sit-in. Questo è il mio contributo al movimento.”

Niente teschi, rose nere, o simboli rock. La gente chiede di farsi imprimere sulla pelle simboli, come le maschere anti-gas indossate dai manifestanti. C’è chi questi simboli li esibisce e chi preferisce tenerli nascosti.

Mary, che non vuole farsi risconoscere, ci racconta che che solidarizza con il movimento, ma non ha il coraggio di esporsi contro il governo. Dice che ha visto troppi cittadini arrestati o addirittura malmenati dagli agenti di polizia. “A me piacciono molto i tatuaggi – racconta la ragazza. Ho deciso di farne uno con le maschere anti-gas per quello che è successo negli ultimi mesi, perché non si può parlare liberamente o fare quello che si vuole. Questa è l’unica cosa che ti ricorderà questo momento per tutta la vita.”

In passato, i tatuaggi in Cina e ad Hong Kong erano utilizzati solo dalla “Triade”, il crimine organizzato, oggi sono un messaggio politico a favore della democrazia.

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