Albania: almeno 25 le vittime del sisma, altri corpi sotto le macerie

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La terra trema sulla costa Balcanica del canale di Otranto. C’è infatti ancora qualche scossa di assestamento, dopo il terromoto di martedi: magnitudine 6.4. I soccorritori scavano con frenesia alla ricerca di un minimo respiro sotto le macerie, nell’area tra Tirana e il litorale, a Durazzo e dintorni.

Finora i morti, stando al ministro della Difesa, sono almeno 25: 13 corpi sono stati tratti dalle macerie in varie zone di Durazzo, 11 a Thumane, città in prossimità dell’epicentro situata ad una ventina di chilometri a nord di Tirana, mentre una vittima è stata trovata a Kurbin, circa 50 chilometri a nord della capitale.

Ma sotto ai detriti potrebbero essercene ben di più. A Durazzo e a Thumane si pensa che le case diroccate celino ancora parecchie vittime. In alcuni casi si scava a mani nude. Un ragazzo e una donna sono spirati all’ospedale della capitale dopo essere stati estratti dalle macerie delle rispettive abitazioni. Lei, una madre, non è sopravvisuta alle ferite, dopo aver visto la figlia perdere la vita nel crollo.

Anche chi aveva la casa ancora in piedi ha preferito pasare la notte nelle tendopoli allestite dall’esercito: “Abbiamo preso i bambini e ci siamo riuniti con i nostri familiari nelle vicinanze, e dobbiamo restare qui, perché non abbiamo dove andare” dice una madre fuggita per precauzione.

Ma la maggioranza, è stata duramente colpita : “Non abbiamo più nulla. Tutto quello per cui abbiamo lavorato era la nostra casa. Non so dove andremo ora” lamenta una donna Durazzese

I cascami del terremoto non danno tregua a una popolazione traumatizzata dalla catastrofe geologica. La Penisola balcanica è una delle regioni più sismiche d’Europa, qui infatti entrano in attrito la placca africana e quella euroasiatica. E proprio l’energia sprigionata dallo scontro tra i continenti, avvenuto a 20 kilometri di profondità, ha fatto tremare la superficie.

Secondo gli esperti potrebbe essere un sisma peggiore di quello del 1979, che, secondo le stime ufficiali dell’epoca, uccise 136 persone. Ai tempi l’Albania era una sorta di buco nero nell’Europa sudorientale. Stretto tra l’allora Jugoslavia del Maresciallo Tito e una Grecia in procinto di entrare nella Comunità economica europea, il paese era una sorta di Corea del Nord, uno stato socialista, isolato nello stalinismo radicale di Enver Hoxha.

Oggi, Tirana è in lista d’attesa per aderire all’Ue e può contare sull’aiuto di emergenza inviato dalla Commissione europea. Bruxelles ha già inviato squadre di soccorsi provenienti da Italia, Grecia e Romania. Alcuni gruppi di intervento vengono anche dai vicini ex-jugoslavi Kosovo e Montenegro.

Il primo ministro Edi Rama ha promesso che ricerche e salvataggi proseguiranno senza sosta.

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