Milleproroghe, fiducia del governo alla Camera

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Il governo pone la questione di fiducia alla Camera sul decreto legge Milleproroghe: lo annuncia nell’Aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.

Verso riscrittura dl Salvini, maggioranza cerca intesa – ROMA, 17 FEB – Dopo quasi tre ore di riunione a Palazzo Chigi del tavolo sicurezza ed immigrazione – con diversi accenti da parte degli esponenti della maggioranza presenti – si è registrata una condivisione di massima sull’esigenza di riscrivere i decreti Salvini, in base alle criticità che hanno provocato, in primis il grande aumento degli stranieri irregolari per la cancellazione della protezione umanitaria. Non c’è ancora un testo, ma il tavolo si riunirà nuovamente per lavorare alle misure da inserire. Alla riunione, presieduta dal premier Giuseppe Conte, hanno partecipato – tra gli altri – i ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e della Difesa Lorenzo Guerini, il capo politico, nonchè viceministro dell’Interno, Vito Crimi, insieme all’altro viceministro Matteo Mauri (Pd). Sul tavolo non si è materializzato un testo, ma si sono raccolte le opinioni e le proposte dei vari esponenti. Ora ci saranno altre riunioni e si lavorerà per metterle nero su bianco. Il segretario del Nicola Zingaretti si è detto ottimista: “Si ricomporrà la distanza con il M5S? Io credo assolutamente di sì”.

La ministra ‘tecnica’ Lamorgese ha da tempo messo al lavoro l’ufficio legislativo del Viminale per predisporre una bozza di provvedimento che può essere minimale, intervenendo solo sui punti dei decreti finiti nel mirino del Quirinale, oppure più larga disegnando una riforma più complessiva del dossier immigrazione. Serve comunque un accordo politico tra le forze della maggioranza che hanno sensibilità molto diverse sul tema, come si visto anche oggi a Palazzo Chigi. Si va infatti da Leu che auspica – e l’ha detto chiaramente anche oggi al tavolo di Palazzo Chigi – un colpo di cancellino netto ai dl Salvini, ai Cinquestelle, che invece vogliono sono per un approccio più cauto. Anche il Pd chiede un segnale netto di discontinuità. I punti su cui si può registrare un consenso all’interno della maggioranza sono la cancellazione della maxi-multa da un milione di euro alle navi che violano il divieto di ingresso nelle acque italiane (si torna alle multe da 10mila a 50mila euro); via anche la confisca della nave ‘rea’ di non aver rispettato il divieto; ampliamento della tipologia dei permessi speciali per frenare la netta crescita del numero di regolari determinata dalla cancellazione della protezione umanitaria operata dal primo decreto Salvini; ok anche al ripristino della discrezionalità del magistrato chiamato a decidere la tenuità o meno dei reati di oltraggio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Sul resto ci sono posizioni più massimaliste ed altre più caute. Conte e Lamorgese hanno cercato una mediazione. Da parte degli esponenti di Iv e Leu c’è stata anche la richiesta di rivedere gli accordi con la Libia. Sul punto però, Conte ha rimandato ad un’altra sede. Mauri, uscendo dalla riunione, ha spiegato che sono stati “fatti passi avanti e abbiamo condiviso alcuni obiettivi, valutando come questi decreti abbiano prodotto obiettivamente più irregolarità. Abbiamo deciso di dividere la parte più legata alla sicurezza e quella legata all’immigrazione ed abbiamo riflettuto, con qualche accento diverso, ma assolutamente riconducibile all’unità, su quali possono essere gli interventi da fare”. “Aspettiamo – ha detto Nicola Fratoianni (Leu) – che dal governo arrivino proposte di merito, testi su cui valutare i passi avanti che sono stati fatti stasera”.

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