Coronavirus, più di 380mila casi nel mondo

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I casi di coronavirus nel mondo hanno superato quota 380mila,mentre il numero dei morti è salito a oltre 16.500: lo riporta l’ultimo bollettino diffuso dalla Johns Hopkins University. Le persone finora guarite sono 101.806. I casi di contagio sono 381.598 ed i decessi 16.559, indica l’università americana. Una portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità afferma che l’85% dei casi di coronavirus segnalati nelle ultime 24 ore sono stati in Europa e negli Stati Uniti. Lo riferisce Sky News. La portavoce dell’Oms afferma inoltre che si sta assistendo a una “grande accelerazione” nel numero di casi negli Stati Unitiche può diventare il prossimo epicentro dell’epidemia. Sono arrivati nella notte a Lipsia, in Germania, i primi due pazienti italiani in terapia intensiva da Bergamo. Lo rende noto via twitter il ministero degli Esteri tedesco, postando una foto. “Solidarità Ue ai tempi del covid-19. Con la mediazione dell’Ambasciata tedesca in Italia sono arrivati stasera da Bergamo alla clinica universitaria di Lipsia i primi due pazienti in terapia intensiva”, scrive il dicastero guidato da Heiko Maas. Dal canto suo, la sede diplomatica tedesca a Roma twitta che “altri 6 stanno per essere trasferiti. Inoltre, il Land tedesco del Nordreno-Westfalia prenderà nei prossimi giorni 10 pazienti italiani affetti da coronavirus dal Nord Italia. Lo riferisce Dpa. “E’ solo una goccia. Ma vogliamo dare questo segnale: non siete soli”, ha detto il ministro-presidente del Land, Armin Laschet, a margine di una seduta speciale del parlamento regionale a Duesseldorf.

Messaggi a tappeto sono partiti dal governo britannico, inclusi con sms telefonici, per intimare ai cittadini del Regno di “stare in casa”, dopo il lockdown annunciato ieri in televisione alla nazione dal primo ministro Boris Johnson sullo sfondo dell’emergenza coronavirus. “Stai in casa, proteggi l’Nhs” (il sistema sanitario) britannico, si legge nell’avviso, con allegato il link del sito ufficiale (gov.uk/coronavirus) cui si rimanda per “ulteriori informazioni”.  Le indicazioni del governo di Boris Johnson sull’allerta coronavirus sono cambiate drammaticamente, con l’ordine di lockdown generale nel Regno Unito di ieri sera; ma la testa di numerosi londinesi ancora no. Lo confermano le immagini di stamattina di alcune linee della tube, la popolare e tentacolare metropolitana della capitale britannica, affollate di gente nei tradizionali orari di punta malgrado la direttiva del premier di restare a casa salvo limitatissime eccezioni. Molte foto sono rimbalzate sul web, fra commenti di sdegno, di sorpresa, ma anche d’ironia. Ironia fuori posto, avverte il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ricordando che i trasporti pubblici vanno usati solo da chi si deve spostare per motivi di lavoro davvero indispensabili e non può lavorare da casa. Altrimenti ci saranno “più persone che moriranno”, ammonisce. Fra i passeggeri c’è chi lamenta tuttavia come la riduzione del numero di treni, servizi e stazioni disponibili decisa fin dai giorni scorsi dallo stesso Khan stia contribuendo ad accrescere l’affollamento invece che scoraggiarlo. Il ministero della Sanità spagnolo ha reso noto che il numero dei casi ha raggiunto quota 39.673. A livello nazionale 2.636 pazienti sono in terapia intensiva, altre 3.794 sono guarite. La regione di Madrid è la più colpita con 1.535 morti e 12.352 contagiati. I decessi sono 2.696, ben 514 in più rispetto a ieri. La Corea del Sud ha avuto lunedì 76 nuovi casi di Covid-19, in leggero rialzo sui 64 di domenica: secondo gli aggiornamenti del Korea Centers for Disease Control and Prevention, le infezioni totali sono salite a 9.037, mentre i decessi sono saliti di 9 unità, a 120. Il tasso di mortalità è dell’1,33%. I casi di infezione importata sono aumentati da 20 a 67 unità, marcando il più grande rialzo giornaliero. Sul totale di 1.203 persone, per il 90% sudcoreani, giunte ieri nel Paese dall’Europa, 101 hanno mostrato i sintomi del coronavirus. La Cina vede i nuovi casi di coronavirus risalire a 78, di cui uno a Wuhan dopo 5 giorni di fila a quota zero e 74 importati dall’estero. Secondo i dati aggiornati a lunedì della Commissione sanitaria nazionale, i nuovi contagi di ritorno, in aumento al totale di 427, sono stati 31 a Pechino, 14 nel Guangdong, 9 a Shanghai, 5 nel Fujian, 4 a Tianjin, 3 nel Jiangsu, 2 sia nello Zhejiang e nello Sichuan, e 1 ciascuno per Shanxi, Liaoning, Shandong e Chongqing. I 7 nuovi decessi sono stati tutti registrati a Wuhan, focolaio della pandemia.

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