Coronavirus, Salvini e Meloni tramortiti da Conte: la democrazia ci insegna che esiste il diritto di replica

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Ormai da giorni la conferenza stampa di Giuseppe Conte, legata al prolungamento del Dpcm, sta facendo discutere molto, poiché nonostante in molti pensassero che quello del premier sarebbe stato un discorso già scontato, con la chiusura generale fino al 3 maggio annunciata qualche giorno prima dai sindacati, l’attacco a sorpresa lanciato dal premier ha generato il caos.

Ciò che ha rappresentato una fonte di polemica sono state le dichiarazioni del premier contro l’opposizione, ovvero Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Dichiarazioni di pura difesa nei confronti degli attacchi mediatici che questi ultimi hanno lanciato a Giuseppe Conte nelle settimane precedenti. Qualche giorno fa maggioranza e opposizione si sono riunite a Palazzo Chigi per studiare un percorso in cui poter instaurare una possibile collaborazione alla presenza di un virus che non fa distinzione di partiti politici e che sta preoccupando milioni di italiani.

La parola d’ordine dovrebbe essere “salute”, la stessa che Conte ha voluto ribadire sia pubblicamente che negli incontri privati con le opposizioni. Eppure sembrerebbe che tale messaggio non sia stato recepito dai rivali politici, che non hanno fatto altro che criticare ogni azione svolta da Giuseppe Conte nei confronti del coronavirus. Salvini ha addirittura paragonato il possibile accordo economico tra Italia e Germania ad una Caporetto 2.0 (rendiamoci conto).

Conte, impegnato a fronteggiare le innumerevoli difficoltà di questo periodo, non ha avuto tempo per le repliche, fino a quando, in questa magica conferenza, non è esploso e si è lasciato scappare una critica nei confronti di Salvini e della Meloni, che detto sinceramente ci stava tutta ed era lecita. Un colpo durissimo per l’opposizione che a livello di immagine è stata letteralmente e GIUSTAMENTE tramortita.

Di tutta risposta Giorgia Meloni ha paragonato Conte al dittatore nordcoreano Kim Jong-un, mentre Salvini ha deciso di paragonare l’attuale governo italiano all’Urss (mi sembra un pò esagerato). Tralasciando quelle che possono essere le polemiche ingiustificate tra maggioranza e opposizione in uno dei momenti più critici della nostra storia (a riguardo qualche giorno fa ho scritto anche un articolo), la cosa che non mi torna è il perchè l’opposizione sostiene che Conte non debba replicare alle accuse che parlano di un premier traditore del popolo.

Persino Enrico Mentana, giornalista di una certa serietà, ha ammesso di aver sbagliato a ritenere ingiusta la replica di Conte nei confronti dell’opposizione. Quest’ultimo è stato il primo ad annunciare in anticipo la bozza del decreto legata alla chiusura della Lombardia, scatenando la fuga da nord a sud e facendo arrabbiare parecchio Conte in tale occasione, ma insegnandoci comunque che le notizie vanno date tutte a prescindere, poiché esiste la libertà di informazione.

Ciò che non mi torna è cercare di capire il modo in cui Conte avrebbe dovuto rispondere a delle dichiarazioni da parte dell’opposizione, che obiettivamente sono state di cattivo gusto. In teoria viviamo in un paese libero, dove tutti, maggioranze e opposizioni comprese, sfruttano i mezzi di comunicazione, che si tratti di Facebook, della tv, di Instagram e tanto altro ancora. Se Conte ha il diritto di replicare, perchè non può farlo all’interno di una conferenza stampa dove vengono utilizzati gli stessi mezzi e criteri che utilizza l’opposizione per attaccarlo? Mi raccomando premier, la prossima replica direttamente dallo scantinato di casa, così la ridicola coppia Salvini-Meloni non si offende. W la democrazia.

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