Da guanti a visiere, vademecum per le protezioni sul lavoro

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Nasi che sbucano dalle mascherine, ditate sulle visiere, guanti riciclati: sono alcuni degli errori più frequenti in cui è possibile incappare nell’utilizzo quotidiano dei dispositivi di protezione personale, così importanti per tornare a lavorare in sicurezza ed evitare il contagio da Covid-19 nella fase 2.
“La mascherina chirurgica può ridurre fino a un quinto il rischio di infezione, ma deve essere integra e non bagnata”, spiega Carlo Perno, docente di microbiologia e virologia all’Università Statale di Milano. “Quando la si indossa bisogna coprire bene naso e bocca: gli uomini, in particolare, dovrebbero evitare la barba lunga, che impedisce una buona aderenza al volto. Una volta tolta, la mascherina può essere riusata se ancora in buone condizioni: basta metterla a prendere aria, senza bisogno di disinfettarla”.

Per parrucchieri, estetisti e massaggiatori, che lavorano a stretto contatto con il cliente, è importante indossare non solo la mascherina ma anche la visiera. A fine giornata il dispositivo va maneggiato con cura, toccando la banda che lo fissa alla testa e non la visiera contaminata, che andrà pulita “con acqua e sapone o alcol denaturato”, precisa l’esperto. Infine il capitolo guanti: “se usati in maniera scorretta possono addirittura favorire il contagio”, sottolinea Perno. “Vanno cambiati spesso, non riutilizzati, e quando li indossiamo non dobbiamo toccarci il volto e gli occhi, perché possono veicolare il virus”.

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