Coronavirus, vaccino ad Oxford: primi test su bambini e anziani

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Dopo gli adulti, anche i bambini e gli anziani saranno arruolati nei test per il vaccino contro il Covid-19, che sta sviluppando l’università di Oxford in collaborazione con l’azienda italiana Irbm di Pomezia. I trial di fase I, partiti ad aprile, avevano coinvolto 1000 adulti sotto i 55 anni. Ora verranno arruolate altre 10.200 persone nelle fasce d’età comprese tra i 56 e 69 anni, over70enni e bambini tra i 5 e 12 anni, come riporta la Bbc.

Queste sperimentazioni serviranno a vedere gli effetti sul sistema immunitario del vaccino, che nelle scimmie sembra aver dato buoni risultati, dando protezione contro il Covid-19. Gli animali avevano infatti meno particelle del virus nei polmoni e nelle vie respiratorie, ma non è certo che gli stessi risultati si possano ottenere anche nell’essere umano.

I ricercatori, che stanno lavorando al vaccino, avevano detto precedentemente che puntavano ad avere almeno un milione di dosi del vaccino entro settembre prossimo, ma il governo britannico ha detto più volte che non ci sono garanzie e che il vaccino è ancora di là da venire. Secondo molti esperti ci vorranno almeno 12-18 mesi per sviluppare e produrre un vaccino. In questa sperimentazione gli adulti saranno divisi due gruppi e riceveranno 1 o 2 dosi del nuovo vaccino o di un altro già autorizzato. I ricercatori confronteranno poi il numero di infezioni in entrambi i gruppi. Per questo potrebbero volerci dai due ai sei mesi, a seconda di quante persone sono esposte al virus. “Abbiamo già avuto molte manifestazioni di interesse da persone con più di 55 anni a partecipare, che erano idonee a prendere parte alla fase I dello studio – commenta Sarah Gilbert, dello the Jenner Institute di Oxford – Ora potremo includere anche gruppi di persone più anziane per continuare la valutazione del vaccino. I test verranno fatti anche in altri siti di studio, in diverse parti del paese”.

Intanto lo Spallanzani di Roma d’intesa con l’UO di Ematologia dell’ospedale San Camillo e il Dipartimento di Oncoematologia e Terapia cellulare e genica dell’ospedale Bambino Gesù, comunica che è in “atto una sperimentazione sull’utilizzo del plasma iperimmune da pazienti convalescenti post-Covid“. Lo rende noto lo Spallanzani di Roma nel bollettino medico di oggi.

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