Usa, la protesta si infiamma: un agente ferito al collo in Florida

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E’ sempre più alta la tensione negli Usa dove infiamma la protesta dopo la morte di un cittadino afroamericano, George Floyd, a Minneapolis durante un arresto. A Jacksonville, in Florida, un agenteè stato “pugnalato o ferito al collo ed è attualmente in ospedale”. Lo sceriffo Mike Williams ha riferito alla Cnn che altri agenti sono stati attaccati dai rivoltosi e colpiti con pietre e mattoni durante le proteste in città. Sono stati fatti molti arresti, ha detto, senza fornire un numero preciso.

Almeno tre persone sono state ferite da colpi d’arma da fuoco e una è morta nelle proteste nel centro di Indianapolis. La polizia sta ancora indagando e ha consigliato ai cittadini di evitare la zona. Anche un agente di polizia ha anche riportato lievi ferite.

Un giornalista dell’Huffington Post, Chris Mathias, è stato preso in custodia dalla polizia e poi rilasciato mentre seguiva per le proteste contro il razzismo a New York City. Lo riferisce la stessa testata. Il cronista è stato rilasciato intorno all’una del mattino dopo essere stato portato al distretto di polizia di Brooklyn.

Almeno 25 città in 16 stati – riferisce la Cnn – hanno imposto il coprifuoco. La Guardia Nazionale è stata inoltre attivata in circa una decina di stati e nel Distretto di Columbia.

Il governatore della California Gavin Newsom ha dichiarato lo stato di emergenza nella contea di Los Angeles. In precedenza, il coprifuoco era stato annunciato in diverse città della California, tra cui San Francisco dove la Guardia Nazionale era stata messa in allerta per rispondere ai disordini.

Dall’inizio delle proteste gli arresti – secondo quanto riferisce l’Ap – sarebbero stati 1.400. Seconda serata di manifestazione anche davanti alla Casa Bianca, dove centinaia di manifestanti si sono radunati per protestare. Gli agenti hanno usato lo spray urticante per disperdere la folla, ma i dimostranti hanno resistito e alcuni di loro hanno rimosso le barricate e lanciato frammenti di asfalto. E’ stato dato alle fiamme anche un bidone della spazzatura. La Guardia nazionale ha preso posizione intorno alla Casa Bianca.

Il candidato alla presidenza americano Joe Biden ha condannato la violenza delle proteste, sottolineando tuttavia che gli americani hanno diritto di manifestare. “Protestare contro tale brutalità è giusto e necessario. È una risposta assolutamente americana – ha dichiarato – ma incendiare le comunità e distruggere inutilmente non lo è. La violenza che mette in pericolo la vita non lo è. La violenza che distrugge e chiude le attività che servono alla comunità non lo è”.

L’epicentro della rivolte resta comunque Minneapolis, dove ieri migliaia di persone hanno sfidato il coprifuoco del weekend e la guardia nazionale vandalizzando la casa di Chauvin e incendiando una pompa di benzina, un ufficio postale, una banca e un ristorante, prima che gli agenti – tre volte superiori a quelli schierati nelle proteste contro la segregazione razziale negli anni ’60 – procedessero ad alcuni arresti ed impedissero che fosse data alla fiamme una nuova caserma.

A nulla è valso l’appello notturno del governatore Tim Waltz a tornare a casa: “Capisco la rabbia ma tutto questo non riguarda la morte di George Floyd, né le diseguaglianze, che sono reali. Questo è il caos”, aveva ammonito. Ma le proteste sono scoppiate in oltre 30 città americane, con slogan identici: ‘No justice, no peace’ (nessuna pace senza giustizia) e ‘I can’t breathe’, non riesco a respirare, la frase pronunciata da Floyd prima di morire.

A Detroit, in Michigan, un diciannovenne è stato ucciso da spari provenienti da un Suv indirizzati verso la folla che manifestava, mentre a Oakland, in California, un agente è morto e un altro è rimasto ferito da colpi di arma da fuoco, anche se secondo la polizia locale l’episodio “apparentemente non è collegato alle manifestazioni”.

Gli scontri più duri sono stati a Portland, Oregon, dove la folla ha prima provato a dare alle fiamme un commissariato come a Minneapolis e poi ha assalto uno Starbucks, un negozio della Apple e un altro di Microsoft, costringendo gli agenti ad intervenire con lacrimogeni e granate stordenti. Momenti di tensione anche a New York, dove migliaia di persone sono scese in piazza a Brooklyn, alcune lanciando bottiglie e sassi contro la polizia, che ha risposto con spray urticanti e arrestando decine di dimostranti.

A Los Angeles sono finite in manette almeno 200 persone. Tafferugli ad Atlanta, dove il governatore ha dichiarato lo stato d’emergenza e chiamato 500 uomini della guardia nazionale.

Intanto dalle indagini arrivano altri sviluppi. Un nuovo video mostra non uno ma tre poliziotti premere con le loro ginocchia su Floyd.E Chauvin, l’unico arrestato, risulta aver tenuto premuto il suo sul collo dell’afroamericano per quasi nove minuti, di cui tre quando ormai non reagiva più. Ad aumentare la rabbia i risultati preliminari dell’autopsia su Floyd, che esclude l’asfissia traumatica e lo strangolamento concludendo che “gli effetti combinati dell’essere bloccato dalla polizia, delle sue patologie pregresse (coronaropatia e ipertensione) e di qualche potenziale sostanza intossicante nel suo corpo hanno probabilmente contribuito alla sua morte”. La famiglia ha già chiesto un’autopsia indipendente: “Non ci fidiamo delle autorità locali”.

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