Il contesto geopolitico della crisi tra Russia e Ucraina raccontato dai giornali

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Il nuovo assetto geopolitico vede in questo momento tre superpotenze contendersi lo scettro di “Paese dominante”: gli Stati Uniti, la Russia e la Cina. Fin dall’inizio del suo mandato Putin ritiene di avere un compito storico: rifare della Russia una potenza, obiettivo che l’ha accompagnato in tutti questi anni. All’inizio si diceva che le superpotenze sarebbero state solamente due e che la Russia sarebbe rimasta esclusa, ma Putin da sempre ha cercato di mantenere un controllo sui territori che ancora non erano della Nato, formando anche un esercito che avesse una certa centralità militare. Dal punto di vista economico la Russia deve affrontare da un lato l’Europa e dall’altro gli Stati Uniti e proprio per questo motivo ha fatto la scelta di allearsi sempre di più con la Cina attraverso accordi economici legati al gas, stabilendo anche dei rapporti per quanto riguarda la difesa dagli attacchi terroristici o dagli interessi comuni. Ulteriore scopo della partnership tra Russia e Cina è quello di mantenere un certo controllo sugli stati che li dividono. Nel momento in cui l’Ucraina decide di fare un governo che aderisce alla Nato, Putin vede minato il suo tentativo di costruire questa alleanza euro-asiatica, denominata anche alleanza del gruppo di Shangai, molto temuta dagli Stati Uniti.

Già dallo scorso novembre le tensioni tra Russia e Ucraina sono cresciute e il governo ucraino, in accordo con Usa e Nato ha alzato l’allarme per il timore di un attacco imminente da parte di Mosca, con la Russia che ha avanzato le richieste per quanto riguarda le limitazioni delle azioni Nato nella regione. Andando ad osservare l’analisi dell’amministrazione statunitense sul conflitto tra Russia e Ucraina, viene fuori, così come riportato sul New York Times e sul Washington Post, che l’esercito russo ha già schierato al confine con l’Ucraina il 70 per cento delle forze necessarie per l’invasione del Paese. A confermare la notizia è stata anche l’Associated Press, con l’amministrazione americana che parla di 83 battaglioni russi composti da 750 soldati ciascuno, pronti ad intervenire nel caso in cui le imposizioni dettate da Putin non dovessero essere rispettate.

In un articolo del Kyiv Post si legge che gli Stati Uniti per contrastare l’invasione russa stanno coordinando una fornitura costante di militari necessaria per scoraggiare la possibile invasione. I paesi della Nato (Stati Uniti, Regno Unito, Turchia, Canada, Paesi Baltici, Repubblica Ceca e Polonia) hanno istituito quello che il “Wall Street Journal” definisce “ponte aereo” per portare le armi e le munizioni di cui Kiev avrebbe bisogno in caso di attacchi della Russia. Inoltre sono stati inviati degli addestratori militari in Ucraina per preparare anche le forze militari locali. Sempre secondo il Kyiv Post le truppe del Regno Unito stanno addestrando le forze speciali ucraine, insegnando loro delle tattiche contro insurrezioni, cecchini e sabotaggi. Oleksii Reznikov, ministro della difesa ucraino, ha annunciato lo scorso 5 febbraio l’ottava spedizione di forniture americane giunte a Kiev.

Gli Stati Uniti hanno inoltre inviato all’Ucraina cinque elicotteri Mi-17 di fabbricazione russa precedentemente utilizzati in Afghanistan e i contributi di altri paesi includono droni dalla Turchia, armi dalla Polonia e dispositivi di protezione individuale insieme ad hardware di sorveglianza e rilevamento dal Canada. La Germania ha invece fatto la scelta di sottrarsi dal sostenere l’Ucraina con forniture militari, una posizione che è stata seguita anche da Israele. Secondo quanto riportato da Forbes la crescente fornitura di materiale militare e munizioni all’Ucraina da parte della Nato potrebbe rendere più difficile la decisione russa di invadere l’Ucraina, mentre la CNN ha riferito che l’intelligence statunitense ha recentemente intercettato comunicazioni in cui i leader militari russi hanno affermato che una invasione dell’Ucraina sarebbe stata più costosa e impegnativa di quanto previsto in precedenza. Il quotidiano Sputnik parla invece di navi della marina russa che hanno fatto il loro ingresso nel Mediterraneo attraverso lo Stretto di Gibilterra per esercitazioni. “Un gruppo di navi da guerra della Flotta del Nord, composto dall’incrociatore missilistico Marshal Ustinov, dalla fregata Admiral Kasatonov e dalla grande nave antisommergibile Vice-Admiral Kulakov, è entrato nel Mar Mediterraneo attraverso lo Stretto di Gibilterra”, si legge nel comunicato diramato dal servizio stampa della Flotta.

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