Metano all’Elba? Servono 33 milioni di euro

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Trentatre milioni e mezzo di euro per realizzare una rete di 56 chilometri, in grado di collegare tra loro gli otto Comuni elbani, con un risparmio stimato all’anno in 496 euro per ogni famiglia.
Sono questi, in estrema sintesi, i dati rilevanti dello studio di fattibilità della metanizzazione dELL’Elba, commissionato dalla Regione e realizzato dal Cet, il Consorzio energia toscana.
L’ipotesi di portare il gas metano sull’isola è maturata nell’ambito del progetto che vedrà l’arrivo in Toscana del metanodotto, proveniente dall’Algeria, realizzato dal consorzio Galsi.
«Si tratta – spiega l’assessore regionale Anna Rita Bramerini – non del progetto per far arrivare il gas all’Elba, ma di uno studio di fattibilità. Volevamo essere pronti nel momento in cui il Ministero dello sviluppo economico ci chiederà di siglare l’intesa con il consorzio Galsi.Lo studio rappresenta una buona base per iniziare il confronto con i Comuni e la Provincia. Il vero e proprio progetto di metanizzazione dell’Elba dovrà nascere da questo confronto, per avviare il quale abbiamo previsto una riunione a Portoferraio a febbraio».
In cambio del via libera all’arrivo della condotta proveniente dall’Africa, la Regione ha infatti chiesto a Galsi, tra le altre cose, la realizzazione (a spese del consorzio) di una condotta che da Piombino arrivi a Portoferraio, così da portare il gas all’Elba. Su questo punto c’è già una prima disponibilità di massima. Ma far arrivare il gas soltanto nel capoluogo elbano non sarebbe conveniente. Di qui la necessità di studiare la fattibilità economica della realizzazione di una rete in grado di raggiungere tutti gli otto comuni isolani. Ai 56 chilometri di tubature necessarie a questo scopo ne dovrebbero poi essere aggiunti altri 94, per raggiungere le singole utenze.
Lo studio prevede che la rete colleghi tutti i centri dei comuni elbani e due famiglie residenti su tre, cioè 8.500 rispetto alle 13.000 totali. Il consumo annuo stimato è pari a 20,7 milioni di metri cubi, il cui utilizzo determinerebbe, ai prezzi attuali, un risparmio medio annuo di 496 euro a famiglia, e di una cifra molto superiore nel caso di aziende, alberghi e grandi utenze. Attualmente il 70% dei combustibili usati sull’isola per il riscaldamento è rappresentato da gpl e da gasolio, ma anche da legna (16%) e dall’elettricità, utilizzata nel 14% dei casi.
La valutazione economica condotta da Cet descrive un investimento ammortizzabile in 14 anni, mentre per realizzare interamente la rete sarebbero necessari tre anni di lavori, evitando di tenere aperti i cantieri durante la stagione estiva.

da “Il Tirreno”, 17 gen 2009

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