Portoferraio, Tempo Prolungato .. addio!

0
450

Non era neppure tanto vecchio. Ma dopo 35 anni da quando è stato istituito e di fatto applicato in alcune classi il tempo prolungato alla media Giovanni Pascoli, ecco che sparisce con quest’anno scolastico che si è appena concluso. Dal prossimo settembre non avremo più classi che prevedono due rientri pomeridiani con 36 ore d’insegnamento. Il motivo della scomparsa? Semplice, come ammettono candidamente negli uffici di segreteria di Viale Elba, le richieste dei genitori sono tali da non autorizzare la formazioni di classi di questo tipo. Dicono che le richieste non superano neppure la decina, troppe poche perché, secondo quanto prevedono i nuovi ordinamenti scolastici, si possano formare classi di questo tipo di orario “lungo”. Classi che si devono formare attorno alle 25 unità. Che è, dunque, tutto dire. E allora ecco la trovata tra l’ironico e il sarcastico degli studenti dell’ultima classe del tempo prolungato. Appeso alla porta dell’aula dei docenti, un cartello annunciava il prossimo funerale del tempo prolungato. Per un giorno si sono sentiti come “gli ultimi Mohicani” e hanno posto la loro firma al documento che testimonia la prematura scomparsa del loro tanto affezionato tempo prolungato. Va bene, il 1978 presentava contenuti e aspettative assai diverse dalle attuali, allora non si parlava affatto di “spending review” e lo “spread” che sale vorticosamente neppure lo si conosceva e solo gli addetti ai lavori sapevano come funzionasse. Quella società, appunto, aveva ritenuto che fossero maturi i tempi per dare alla scuola una risposta educativo-pedagogica al fermento delle idee che caratterizzarono gli anni Settanta, offrendo prima di tutto ore di compresenza di più discipline. Insomma una pluralità di percorsi didattici che resero unica e anche innovativa per quel tempo l’offerta formativa. Per cui si lavorò offrendo più ore di italiano (5 a settimana) e matematica (due) rispetto a quanto invece accadeva con il cosiddetto tempo ordinario. Tutto questo, in un’ottica di contenimento della spesa pubblica. Ma evidentemente la formula non ha funzionato e di fatto oggi ci troviamo all’impoverimento della richiesta e alla marginalizzazione del tipo di scuola. Per i ragazzi allora non resta che intonare il “De Profundis”.

Articolo precedente“Immagini di una vita di Lorenzo Milani”, il libro presentato a Firezne
Prossimo articoloDue alpinisti dispersi sul Gran Paradiso

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here