Il modello Elba nella lotta contro gli incendi esportato e copiato nei Paesi del Mediterraneo

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Esportato e studiato nei Paesi del Mediterraneo il “modello Elba” nella lotta contro gli incendi boschivi e la campagna di prevenzione. Le tecniche qui impiegate e che nel corso degli anni hanno portato a una sensibile diminuzione dei roghi estivi saranno imitate nelle altre realtà insulari d’Italia, sia in quelle più grandi sia in quelle più piccole. Un solo incendio per l’intera stagione turistica che si è conclusa. Si e no un ettaro di macchia mediterranea compromessa. Due soli principi d’incendio attecchito nella sterpaglia e subito spento. Una stagione record, che fa collocare la maggiore isola della Toscana come un esempio da seguire. Appaiono lontani anni luce gli anni in cui si contavano a decine i roghi stagionali alcuni di questi drammatici come le morti di Sant’Ilario e Campo nell’Elba. A cosa si deve un successo del genere? «Non esiste una formula specifica – dice il viceprefetto Giovanni Daveti, coordinatore delle forze antincendio che operano sul territorio elbano – ma un concorso di azioni tutte mirate al raggiungimento dello scopo che è quello di contrastare l’azione devastatrice del fuoco al nostro patrimonio boschivo». Cominciamo dalla prevenzione. Dice Daveti. «La campagna di informazione e di propaganda che viene promossa in modo capillare sull’Isola, nelle strutture ricettive e nelle località a maggior rischio produce senza dubbio l’effetto di mettere in guardia il turismo nel non fare determinate azioni che si potrebbero rivelare dannose all‘ambiente, del tipo di non buttare le cicche accese dai finestrini dell’auto, di non accendere fuochi nelle radure.Poi ci hanno dato una mano anche le disposizioni di legge che escludono costruzioni sui terreni che hanno subito incendi e roghi. Poi il controllo del territorio I vigili del fuoco, come anche il Corpo Forestale delle Stato coadiuvato da squadre dei volontari della Protezione civile elbana ispezionano continuamente il territorio; sono in giro nelle strade elbane e in quelle montane; la loro presenza costante funziona anche come deterrente per i malintenzionati. Il pattugliamento è essenziale, se si intendono raggiungere determinati risultati». Un concorso di forze che arrivano anche a una settantina di elementi nel periodo clou della stagione grazie a una pianificazione elaborata dalla Provincia e finanziata dalla Regione e in parte anche dal parco. «Continuiamo anche in futuro – conclude Daveti – su questa strada, non abbassando mai la guardia, ma perseveriamo senza cullarci sugli allori di questa stagione. Pensiamo ora al 2014». (lu.ci)

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