Il diritto all’identità negata

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Verità, giustizia, memoria sono state queste le parole di un’esperienza che, prima di essere d’importanza civile, è stata umanamente toccante, quella che ha riguardato la manifestazione de La resistenza de las Abuelas de Plaza de Mayo, avvenuta il 29 novembre scorso presso il teatro  Goldoni di Livorno, a cui hanno partecipato alcuni degli istituti della provincia, all’interno di un progetto didattico correlato. Promosso dalla partecipazione di Estela Carlotto, presidente dell’Asociación de las  Abuelas de Plaza de Mayo, per i diritti all’identità perduta dei nipoti, e di Buscarita Roa, testimone e collaboratrice, l’evento ha voluto essere un’occasione per portare avanti una testimonianza di verità, di giustizia storica da condividere anche con il nostro Paese e con i giovani studenti livornesi. Tale incontro si è incentrato, infatti, sulla presentazione di una delle pagine più aberranti della storia contemporanea che ha riguardato l’Argentina tra gli anni 1976-1983, quella della dittatura militare e dei “suoi” desaparecidos. Relativamente a questo aspetto si deve sottolineare la valenza umana e morale degli interventi delle due “madri-nonne”, che coraggiosamente nel tempo hanno portato avanti una lotta per l’affermazione di una verità non del tutto cancellata. Ricordando 1.000.000 di esuli, 30.000 persone sequestrate e scomparse per volere di una politica di regime, non possono essere dimenticati quei nipoti non conosciuti e strappati alle proprie famiglie, che devono essere ritrovati per riscoprire quelle identità negate dall’oblio di una volontà di potere totalizzante e spersonalizzante. Estela Carlotto e Buscarita Roa con la loro testimonianza hanno dimostrato come da un’esperienza dolorosa privata e dalle implicazioni nazionali si possa essere portavoce di pace e speranza, affinché la società e la gioventù odierna siano consapevoli degli orrori, degli errori di un passato che non può e non deve essere dimenticato. Ad arricchire il dibattito apertosi su un tema ancora scottante e dai risvolti ancora aperti si ravvisa la partecipazione del Capo dell’ufficio politico e dei diritti umani dell’ambasciata argentina, Carlos Cherniak, contribuendo a ricostruire gli avvenimenti presentati nei suoi aspetti storico-politici e giudiziari. Significativa da segnalare ai fini del discorso svolto è stata una sua dichiarazione: “La democrazia non può essere persa facilmente, va solo preservata giorno per giorno, nel nome di una corretta applicazione della giustizia”. Protagonisti importanti della giornata sono stati, inoltre, gli studenti di alcuni istituti della nostra provincia, che si sono distinti per aver mostrato sensibilità e partecipazione mediante la realizzazione di progetti didattici adeguati alla tematica trattata. A riguardo è da sottolineare il contributo offerto dalla classe III A AFM dell’I.T.C.G. G. Cerboni di Portoferraio, che con semplicità e competenza ha saputo arricchire le riflessioni sorte durante tale incontro, mediante la sapiente guida della prof.ssa A. Contestabile, che ha accompagnato i ragazzi nel lasciare una piccola grande testimonianza di solidarietà e speranza.
 Bianca Maria Ciaponi
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