‘Aithale’ all’isola d’Elba: la rinascita dell’archeologia elbana

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Si è svolto un Seminario del Gruppo “Aithale” presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Sicuramente si è trattato di un evento tra specialisti, ma vale la pena soffermarsi per apprezzare il valore di un incontro che rappresenta per l’isola d’Elba un punto di svolta.   Aithale a Pisa indirettamente lo ha fatto intuire: il seminario, con le proprie conclusioni, diventa uno strumento di valorizzazione di un’isola che per molti anni ha trascurato di credere nelle proprie ricchezze.  Il Parco Archeologico delle Grotte, che sarà inaugurato nei prossimi giorni, le cui responsabili fanno parte del team di Aithale, e i vari musei archeologici elbani esistenti, grazie all’impulso delle nuove scoperte e dei nuovi scavi, giocheranno un ruolo chiave nel collocare l’isola d’Elba in testa alle mete preferite del turismo internazionale: presto assisteremo a uno sviluppo esponenziale, Italia Nostra ne è convinta, di un aumento dell’interesse per il passato romano, parallelamente a quello per le Residenze Napoleoniche, che attualmente sono, per numero di visitatori, il secondo museo in Toscana dopo gli Uffizi.  Infatti, intanto, nelle ultime settimane tre giovani studiose afferenti ad Aithale hanno formato “Archeo Color”, una Associazione Promozione Sociale che ha come scopo principale non solo quello di riaprire al pubblico la Villa romana delle Grotte ma anche la diffusione della conoscenza dell’archeologia elbana. Privilegiati fruitori di queste conoscenze saranno, nelle intenzioni dei docenti, prima di tutto gli studenti elbani, dalle materne alle superiori, da sempre accolti con entusiasmo presso gli scavi archeologici.   Come Italia Nostra ha fatto più volte notare, Aithale ha due grandi meriti degni di attenzione: il primo è l’approccio integrato, pluridisciplinare e sistematico di queste ricerche, Aithale non si isola, anzi, cerca e promuove l’interazione, lo scambio, la compartecipazione negli studi con incrocio di dati storici, archeologici, cartografici, che sono diventati un appuntamento molto atteso.

Il secondo è che questo gruppo, nonostante l’alta specializzazione tecnica, è riuscito a suscitare all’isola d’Elba una specie di gara del volontariato locale in un importante contesto d’indagine storica ed archeologica. Ricordiamo per tutti Cinzia Battaglia, guida ambientale PNAT e nostra socia, sempre presente, e per gli altri, tanti davvero, rimandiamo agli articoli conservati nel nostro sito in una sezione dedicata a tutti questi lavori. 
 L’incontro di martedì è stato filmato, attendiamo dunque con curiosità e grande interesse di poterlo visionare e condividere.

Aithale quindi è anche comunicazione e trasmissione.  I membri di Aithale sono, sì, uomini di scienza, ma perfettamente calati nella realtà contemporanea. Facendo agire competenze e saperi diversissimi fra loro, si producono racconti storici comprovati, da rendere disponibili attraverso conferenze, incontri, visite guidate, trasmissioni televisive. Lo scavo di San Giovanni è stato visitato, lo scorso anno, da più di 400 studenti delle diverse scuole elbane.  L’Elba è fortunata davvero, a potere contare su questo team.

Vediamo di conoscere le persone artefici di queste ricerche, che di solito indichiamo in generale, appunto, come Gruppo Aithale.  Siamo stati invitati ad andare a Pisa, per poterlo spiegare meglio.  L’ospitalità della Scuola e del Laboratorio di Scienze dell’Antichità è stata perfetta. Il Laboratorio, una istituzione importante e prestigiosa nel quadro della ricerca antichistica internazionale, è diretto dal Prof. Carmine Ampolo, Docente di Storia Greca presso la Scuola. I lavori sono stati introdotti dallo stesso Prof. Ampolo. A seguire, si è ascoltata la relazione introduttiva del Dott. Alessandro Corretti, membro del Laboratorio ed efficiente organizzatore dell’incontro, sulle attività di ricerca svolte dalla Associazione, conosciuto all’Elba anche per le sue interessanti conferenze estive delle Notti dell’Archeologia, l’ultima delle quali ricordiamo nella campagna di Rio Elba.

Al Seminario erano presenti anche il vice-sindaco di Porto Azzurro, Angelo Banfi, e il fabbro d’arte Lucio Pari, che molto spesso collabora con Aithale per l’effettuazione di esperimenti di produzione del ferro utilizzando tecnologie antiche.

Il gruppo di ricerca di ricerca si aggrega attorno alla partecipazione e alla collaborazione di numerose strutture e studiosi: la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana (Dott. Lorella Alderighi); l’Università di Siena, Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali (Prof. Franco Cambi); l’Università di Firenze, Dipartimento di Scienze della Terra (Prof. Marco Benvenuti); la Scuola Normale Superiore di Pisa, Laboratorio di Scienze dell’Antichità (Dott. Alessandro Corretti); il CNR di Pisa, Istituto di Geoscienze e Georisorse (Dott. Claudia Principe, Dott. Andrea Dini); i Civici Musei Archeologici di Portoferraio e di Rio nell’Elba (Dott. Marco Firmati).   Riconosciamo molti nomi noti tra questi, per gli eventi nell’ambito delle Notti dell’Archeologia e le loro frequenti visite all’Elba negli ultimi anni.

Alessandro Corretti ha fatto un punto della situazione estremamente preciso e dettagliato relativamente agli studi di carattere storico e archeologico sui temi della attività mineraria e della siderurgia in antico, concludendo con una serie di indicazioni programmatiche per la ricerca futura. A seguire, Lorella Alderighi e Laura Pagliantini hanno raccontato lo scavo condotto nel 2012 presso Monte Moncione, altura incombente sulla rada di Portoferraio. Lo scavo ha portato ad individuare una necropoli frequentata in tre periodi diversi: la tarda età del bronzo-prima età del ferro; l’età arcaica; l’età ellenistica. L’aspetto sicuramente più innovativo di questa ricerca risiede, tuttavia, nelle informazioni relative al profilo storico-culturale ed etnico della comunità che, a più riprese, si trovò ad utilizzare questa area sepolcrale. Gli oggetti rinvenuti sembrano, infatti, qualificare con poche incertezze, le origini còrse della comunità medesima. Si tratta di un’informazione che apre percorsi di ricerca nuovi e finora imprevedibili.

Laura Pagliantini e Franco Cambi hanno descritto i risultati degli scavi condotti nel 2012 e nel 2013 nella località di San Giovanni, nel sito in cui sorge la pars rustica della villa delle Grotte. L’indagine ha, al momento, riportato in luce solo pochi resti dei forni per la riduzione del ferro, sepolti sotto la fase di vita tardo repubblicana. Nella edificio-cantina di San Giovanni fermentava il vino destinato alla mensa degli autorevoli personaggi, di rango senatorio, che costruirono e utilizzarono la villa delle Grotte. La costruzione dell’edificio appare riferibile alla prima metà del I secolo a.C. ed il suo abbandono è segnato da un incendio avvenuto nel I secolo d.C.

Probabili proprietari della villa delle Grotte e della fattoria di San Giovanni furono i Valerii, gens attiva, peraltro, sulla costa antistante, fra Populonia e Vetulonia.

Nella relazione di Marco Benvenuti, Laura Chiarantini, Caterina Mazzotta e Rosarosa Manca sono stati affrontati temi molto specialistici: i risultati provenienti da anni di raccolta di campioni (scorie di ferro e di rame, minerali, frammenti di ceramica, carboni) su siti archeologici diversi (Elba, Populonia, Campiglia) e di analisi in laboratorio. Dal lavoro coordinato delle diverse anime di Aithale scaturiscono così ricostruzioni del passato sempre più ricche e più attendibili. I minerali di ferro elbani erano largamente diffusi e utilizzati e oggi possono anche essere “tracciati” attraverso opportune indagini di laboratorio. Analoghe ricerche mostrano invece come l’isola fosse estremamente povera di minerali cupriferi: molti egli strumenti di rame provenienti dai ripostigli sembrano, infatti, realizzati con minerali di origine sarda o iberica.

Cecilia Pacini

                                                                                                                               referente di Italia Nostra Sezione Isola d’Elba e Giglio

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