Marroni sulla riforma: “Una garanzia per il futuro del nostro servizio sanitario”

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“Questa riforma rappresenta una garanzia per il futuro del nostro servizio sanitario e una grande opportunità per una sanità che sia di tutti, di qualità, pubblica e attenta al cittadino, alla prevenzione, alla innovazione e alle persone che ci lavorano”. Queste le conclusioni dell’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, che oggi pomeriggio in Consiglio regionale ha tenuto una comunicazione sulla proposta di riordino del Servizio sanitario regionale.
I principi ispiratori della riforma
Prima di tutto Marroni ha riepilogato i principi fondamentali che ispirano la riforma: una sanità per tutti, di qualità, pubblica, attenta al cittadino, alla prevenzione, all’innovazione, ricerca e formazione, alle persone che ci lavorano, alla sua sostenibilità.
Gli ultimi tre anni
L’assessore ha ripercorso gli ultimi anni, ricordando la profonda riorganizzazione già affrontata dalla nostra sanità, riorganizzazione che ha consentito di superare la grande crisi economico-finanziaria che si è abbattuta sulla sanità italiana e toscana dal 2011: quella che dal presidente Rossi era stata definita “uno tsunami”. Una riduzione di circa 1.300 milioni di euro in 3 anni. Nonostante questo – ha sottolineato Marroni – la sanità toscana ha raggiunto il pareggio di bilancio, si è piazzata ai primi posti in tutte le classifiche nazionali (Lea, Sdo, Programma nazionale esiti), si è aggiudciata finanziamenti nazionali per 77 milioni per progetti clinici e di ricerca (148 in tre anni).
Perché la riforma?
“Fino ad oggi abbiamo dimostrato che è possibile farcela – ha detto l’assessore – Perché allora la riforma? Perché tra tagli imposti a livello nazionale e costi emergenti (innovazione tecnologica, farmaci come quello per l’epatite, il cui costo è stimato in circa 40 milioni per il 2015), di fatto dobbiamo confrontarci con una contrazione reale di circa 350 milioni di euro. Questo stato di cose è strutturale e non contingente e rimarrà tale negli anni a venire”.
Ecco allora il perché della riforma: “Vogliamo evitare un progressivo impoverimento del sistema e dei terriotri a cominciare da quelli più isolati e dagli ospedali piccoli, vogliamo evitare una politica della “lesina” di ottocentesca memoria, o addirittura di tagli indiscriminati e vogliamo invece affrontare la situazione in maniera strutturale. Il sistema, così come lo conosciamo, può farcela. Proprio per questo si propone questa riforma”.
Le soluzioni
A questo punto l’assessore ha toccato gli aspetti salienti della riforma, peraltro già illustrati in sede di Commissone sanità. Le dimensioni delle nuove aziende saranno quelle di Area vasta, con una programmazione unitaria dell’azienda ospedaliero-universitaria con l’unica azienda sanitaria locale di Area vasta. Il direttore della programmazione di Area vasta avrà il supporto essenziale dei Dipartimenti interaziendali per la programmazione.
La proposta di legge di riordino – ha sottolineato ancora l’assessore – ha goduto di un’ampia e partecipata fase di ascolto e confronto, e continueranno ad essere coinvolti i professionisti, i cittadini, le associazioni. Quanto al personale, Marroni ha detto che “a seguito di questo processo contiamo di ridurre il costo del personale, pari oggi a circa 2,5 miliardi di euro, di circa 100 milioni in due anni”.

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