Il Volterraio ieri, oggi, domani: considerazioni sul futuro di un territorio

0
626

Isola d’Elba – A pochi mesi dal primo incontro del 4 giugno scorso e in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, sabato 24 settembre ha avuto luogo presso l’Auditorium De Laugier il convegno “La fortezza del Volterraio” a cura del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, in collaborazione con l’Associazione Italia Nostra Arcipelago Toscano, e la partecipazione del Comune di Portoferraio. Emblema di un’identità ritrovata la Rocca è stata protagonista di un evento che ha sottolineato come il recupero materiale di un luogo sia occasione per una riflessione più ampia sul contesto storico naturale, in cui si inserisce un percorso di sviluppo sostenibile e di promozione dell’Isola d’Elba. A tale proposito l’intervento iniziale del presidente del PNAT Giampiero Sammuri, che ha inaugurato così il “Festival del camminare”, ha sottolineato la priorità di un tale progetto per il quale molti sono gli obiettivi raggiunti, mentre sono di prossima esecuzione altri quali il consolidamento delle strutture ai piedi della fortezza e la predisposizione di sentieri per rendere visitabile il sito alla comunità.
Il Castello inteso come fulcro di un percorso ideale è strettamente legato alla realizzazione di viabilità indicata da alcune associazioni quali Italia Nostra, Legambiente, Elba2020 e il Gruppo Aithale, chiamato simbolicamente “Il Cammino della Rada”, che l’Ente Parco ha inserito nelle buone pratiche di sostenibilità della “Carta Europea del Turismo Sostenibile” (CETS), e a cui il Comune di Portoferraio conferma di aderire, nell’ottica di un progetto europeo più vasto, come ricordato dall’assessore Angelo Del Mastro.
Attuale più di prima, quindi, il “cammino della rada” sarà una proposta fattibile in futuro? Il presidente di Italia Nostra Arcipelago Toscano, Cecilia Pacini, crede nella possibilità di rendere concreta un’aspirazione ancora inappagata grazie al successo raggiunto con il “caso” Volterraio, esempio di competenza e maturità culturale che ha posto le basi di un nuovo modo di intendere sia il concetto di “vedere” sia la modalità di fruizione del patrimonio stesso. “Quale/i patrimonio/i tuttavia?” interrogativo che ha trovato spiegazione nel corso del dibattere grazie alle professionalità intervenute, che hanno saputo legare ambiente, ricerca scientifica e storica in un unico filo conduttore.
Si ravvisa a riguardo la ricostruzione dell’evoluzione geologica dell’Isola del prof. Marco Benvenuti; l’illustrazione della direttrice del PNAT Franca Zanichelli del legame tra patrimonio culturale, habitat e specie presenti nel sito dell’Elba orientale; le indagini archeologiche sul Volterraio come esempio di fortificazione in epoca etrusca e romana, condotte dalle dott.sse Giorgia Di Paola e Laura Pagliantini, coordinate dal prof. Franco Cambi; le indagini documentarie sul Volterraio e le fortezze presenti sul territorio elbano in epoca medievale e rinascimentale, a cura del prof. Gianfranco Vanagolli. In relazione al quadro delineato tra ambiente e storia si è inserita l’esperienza del restauro della Rocca dell’architetto Nicola Gallo, che ha mostrato gli interventi eseguiti sul sito in un’ottica di conservazione del valore storico e paesaggistico, fruizione e valorizzazione nel rispetto delle normative vigenti.
Ricostituire, dunque, la memoria materiale di un luogo come il Volterraio significa preservare l’identità di una realtà locale? Quali scenari si apriranno per le nuove generazioni? Sarebbe stato interessante dare una risposta in tal senso, vista la presenza di alcune classi dell’Istituto “G. Cerboni”, rappresentanti di corsi di studi inerenti alle problematiche connesse al rapporto tra tutela del territorio e turismo sostenibile. Inoltre, responsabilità e impegno per un futuro nuovo della società possono avvenire attraverso tale operazione? A questi quesiti probabilmente avrebbe risposto con sicurezza il prof. Alfonso Preziosi, fondatore della sezione Arcipelago Toscano di Italia Nostra e figura di spicco della cultura elbana, avendo assistito e preso parte ai cambiamenti sociali, economici dell’Isola in età moderna e che, ancora oggi, nel Cinquantenario dalla nascita della sezione omonima è ricordato per l’impegno e l’amore profuso verso la sua terra, i suoi concittadini.

Bianca Maria Ciaponi per Italia Nostra Arcipelago Toscano

Articolo precedenteIl prete che ha prestato servizio all’Elba racconta come ha sposato Tania Cagnotto
Prossimo articoloPortoferraio, chiusura stagionale della scuola d’arte e del Museo Open Air di San Martino

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here