Otto Torri sullo Jonio

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Mettendo da parte gusti, interessi personali e personalissime visioni dello specifico filmico, riteniamo che la valutazione sia positiva. Perché prendiamo in considerazione le intenzioni dichiarate, la forma ed il contenuto assolutamente coerenti tra loro. I concetti sono pochi, ma chiari. Non si tratta di narrare un territorio (era ed è evidente), ma di esprimere un’emozione, uno slancio: quelli di un uomo che ritorna nella sua terra per una vacanza e quelli della sua compagna che, invece, questa terra la scopre per la prima volta, con i propri occhi ed attraverso i ricordi, le sensazioni, i sentimenti che lui condivide con lei (viene esplicitato, infatti, che lui non vedeva l’ora di poter fare questo viaggio – in Calabria e da nessun’altra parte – con lei!).
Le scelte estetiche palesemente distanti da una qualsivoglia ricerca di realismo (saturazione dei colori, estrema fluidità dei movimenti di macchina uniti ad un montaggio morbido, onnipresenza della colonna sonora, interpretazioni attoriali prive di ombre e di sfumature) portano ad una realtà sognata, sospesa tra memoria e desiderio, dove ogni possibile connotazione documentaristica, senza ambiguità, viene esclusa. Poco importano allora le coppole ed i ciucci che si intravedono e se connotano sempre meno la presunta realtà odierna. E poco importa se la montagna viene solo evocata a parole, laddove entrambi i protagonisti assumono il ruolo dell’io narrante (del noi, fusione dell’anfitrione con l’ospite), soggettivando così il racconto.

Lui: Dove vuoi che ti porto? Mare? Montagna? – E Lei: Uguale

Nell’offrire questa doppia opzione viene sottinteso che, qualora lui avesse scelto la montagna, il viaggio sarebbe stato altrettanto bello (il desiderio, ancora il desiderio).
Come cortometraggio promozionale, riteniamo che il regista Gabriele Muccino abbia risposto alle richieste del committente, la Regione Calabria guidata dalla Presidente Jole Santelli, prematuramente scomparsa il 15 ottobre scorso. Quelle, cioè, di voler associare i concetti descritti (slancio, desiderio, voglia di conoscere e farsi conoscere, sogno) al nome della Calabria; scelta non banale, nel periodo Covid, dove tutti invece vivono una realtà diminuita, costretta. Non è di poco conto, inoltre, l’aver scelto la Festa del Cinema di Roma come cassa di risonanza. Prescindendo dalle valutazioni che ognuno può fare sugli esiti dell’iniziativa, rimane l’intenzione, la scintilla: l’idea che il cambiamento può nascere solo sognando la realtà.
Scriveva il sociologo e filosofo Jean Baudrillard: “Non è più possibile partire dal reale e fabbricare l’irreale, l’immaginario a partire dai dati del reale. Il processo sarà piuttosto l’inverso”. Il fatto che emozioni o meno, questo dipende da chi lo guarda. A prescindere da questo, la sensazione condivisa dallo gruppo fondatore di Otto Torri sullo Jonio – Rete Euromed per i turismi, è che il corto Calabria Terra Mia sia centrato sugli obbiettivi.

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