LA CALABRIA È RECUPERABILE

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Se la Calabria, in modo esponenziale rispetto a tutte le altre regioni del Mezzogiorno, resta non soltanto un’emergenza complessiva e permanente ma il nocciolo duro della vera questione meridionale che l’Italia, unita solo sulla carta, si porta appresso senza soluzioni dalla sua proclamazione 159 anni fa, la responsabilità diretta è della classe politica nazionale di cui anche il Senatore Nicola Morra è oggi espressione autentica.
È quanto dichiara il Sindaco Filomena Greco dicendosi umiliata, come calabrese e come italiana, tanto – spiega – dalle offese barbare destinate alla memoria della Presidente Jole Santelli scomparsa il 15 ottobre scorso ed alla dignità e libertà di quanti in questa terra hanno deciso di restare e resistere per prendersi in mano il proprio destino, per cambiare, innovare e crescere; quanto – aggiunge – dalle ancor più sconcertanti affermazioni, di sberleffo ed offesa dei sindaci calabresi, ripetute ed aggravate dallo stesso Morra nei giorni successivi, riprese da diversi media nazionali.
Interpretando i sentimenti di indignazione e di voglia di riscatto di tutti i miei 404 colleghi calabresi che hanno aderito a quella che, lo scorso 19 novembre a Roma, è stata forse la prima protesta unitaria dei comuni di questa terra (eravamo circa 300 a rappresentare tutti), mai come in passato insieme e senza distinzioni politiche per chiedere la fine del commissariamento della sanità, l’azzeramento del debito e la riapertura urgente degli ospedali ingiustamente chiusi (come quello di Cariati), a Morra diciamo – continua – che dovrebbe avere maggiore rispetto dei primi cittadini della sua regione.
Perché un senatore della Repubblica, eletto in Calabria, dovrebbe sapere che soprattutto nella nostra terra, colpevolmente lasciata a trattata come periferia dello Stato e dello stato di diritto, i sindaci sono rimasti l’unico baluardo di democrazia, l’ultimo brandello di fiducia delle cittadinanze nella politica e nelle istituzioni, l’ultima freno all’auto-dissoluzione di quel contratto sociale che tiene in piedi lo stesso Stato.
Al Senatore Morra i sindaci, tutti in prima linea nei loro territori ed a fianco delle loro comunità, mandano a dire che la Calabria è recuperabile da tutti i punti di vista, a patto che lo Stato, di cui Morra è espressione diretta, faccia lo Stato e si preoccupi, così come avvenuto in altre regioni d’Europa nell’arco di una sola generazione, di sanare senza se e senza ma tutti i gap di sviluppo infrastrutturale e eco-sostenibile che invece sono rimasti immutati dal 1861 e che sono la causa di tutto.
Per queste ragioni – prosegue il Sindaco – soprattutto chi è stato eletto in questa terra non ha il diritto di offenderla, così come ha reiteratamente fatto con arroganza il Senatore Morra. E la vergognosa proroga,da parte del Governo di cui anche Morra è espressione,del fallimentare commissariamento della sanità in Calabria, la mancata attenzione alle già note condizioni disastrose della rete sanitaria territoriale regionale dopo la prima ondata Covid causa della dichiarazione della zona rossa;e, ancora, il balletto dei 3 commissari nominati e dimessisi in una settimana fino agli errori ammessi su Gino Strada rappresentano soltanto la punta dell’iceberg di una incapacità di governo che – scandisce – è forse l’unica cosa veramente irrecuperabile. Non la Calabria. Essa è recuperabile e che lo so sia lo dimostra ogni giorno l’azione di quel magistrato citato del tutto a sproposito dal Senatore Morra. Anche noi siamo sindaci, che conosciamo benissimo lo stato comatoso della sanità calabrese commissariata e inquinata, siamo d’accordissimo con Nicola Gratteri, al quale ribadiamo tutta la nostra stima ed incoraggiamento ad andare avanti. Malo siamo – conclude Filomena Greco – perché egli ha detto l’esatto contrario delle affermazioni vergognose di Morra e perché con la sua azione quotidiana, Gratteri dimostra a tutti, anzi tutto ai calabresi, che la Calabria vuole e può cambiare pagina e lo farà, se necessario, anche contro l’indifferenza di uno Stato che non ha mai capito che con una Calabria zoppa l’Italia intera resterà a piedi.

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