A Pomezia Duce su manifesto elettorale, Nieddu preoccupata

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Roma – Gianluca Caprasecca, candidato al consiglio comunale di Pomezia nella lista “Citta Nuove”, ha scelto di piazzare sul proprio manifesto elettorale un’immagine del Duce del fascismo. Sotto un Benito Mussolini chiaramente identificabile in divisa e berretto delle forze armate, appaiono due slogan facilmente riconducibili al ventennio come “Rispetto e Onore” o “Lui ha fondato Pomezia, a noi il compito di farla crescere”.

Sui fatti, che hanno destato scalpore e perplessità è intervenuta Anna Nieddu, viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Tempo addietro l’esaltazione di un simbolo del ventennio veniva considerata reato, stimata “apologia del Fascismo”. Attualmente invece sembra espandersi un fenomeno preoccupante che interessa anche la città di Roma, dilagano i manifesti di piccoli partiti e di movimenti che sono di chiaro stampo fascista, non di destra, ma realmente fascisti nell’iconografia e nel linguaggio. Pur essendo Pomezia una città tradizionalmente di destra – analizza la Nieddu – , probabilmente anni fa ci si sarebbe andati più cauti. Io inquadrerei il fatto in un atteggiamento preoccupante che sembra da un po’ nell’aria, ossia il non aver più coscienza di quella che può essere la gravità di un revival del ventennio”.

Caprasecca al momento non sembra voler giustificare o difendere la propria sconsiderata scelta, mentre è stata tempestiva la reazione della presidente regionale Renata Polverini che ha annunciato accertamenti e l’immediato ritiro dei manifesti elettorali oggetto di sdegno. La governatrice laziale infatti, è stata chiamata in causa poiché oltre ad essere promotrice della Lista “Citta Nuove”, si è spesa personalmente per sostenere la capolista di Pomezia Maricetta Tiritto.

“Ritengo giusto – dichiara l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che la Polverini ritiri un manifesto che non avrebbe dovuto avere ragion d’essere, soprattutto a livello politico. È totalmente inaccettabile. Però purtroppo è un segnale pericoloso, di una scarsa considerazione dei tanti effetti drammatici del fascismo, di tutto ciò che una certa epoca ha significato per noi. Non è storia lontana – conclude la Nieddu – , è grave che a distanza di così poco tempo si sia abbassata la guardia e si lascino usare normalmente questi simboli che appartengono ad un tragico passato”

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